Servizi, ambiente e turismo. "Così il Parco non aiuta nessuno"

L’associazione Ombrone chiede un incontro a sindaci e presidente

Adolfo Ghiribelli, al centro, davanti ad una  struttura di cui l’associazione chiede il recupero

Adolfo Ghiribelli, al centro, davanti ad una struttura di cui l’associazione chiede il recupero

Grosseto, 15 gennaio 2018 - E’ NECESSARIO ripensare sia i servizi sia le regole di convivenza fra Parco della Maremma, territorio circostante, aziende e cittadini. Per questo, l’associazione culturale «Ombrone» chiede un incontro alla presidente dell’Ente Parco, ai sindaci di Grosseto e Orbetello e al commissario prefettizio del Comune di Magliano per parlare dei problemi e proporre interventi, se non risolutivi, almeno migliorativi.

Punto primo, i servizi. «Serve – dice Adolfo Ghiribelli, presidente dell’associazione Ombrone – un servizio bus per accedere a Marina di Alberese prolungato nel tempo con la stessa intensità sia da Alberese che da Rispescia, cosa che ora non accade. Inoltre, dobbiamo creare parcheggi scambiatori ad Alberese ed a Rispescia, considerato che nel giugno del 2011 l’associazione e l’allora presidente del Parco Giampiero Sammuri presentarono le osservazioni al Regolamento urbanistico seguite da una petizione per raccolta firme».

E poi le piste ciclabili («Per Rispescia esiste un progetto di fattibilità già realizzato, il cui tracciato, passando sugli argini del fosso di Rispescia e del fiume Ombrone, va ad intersecarsi con la vecchia Aurelia, dove è già in fase di realizzazione il ponte sul fiume, per poi collegarsi con la ciclabile esistente Alberese Marina di Alberese»), la racolta differenziata («Che va fatta su tutto il territorio del Parco»), il parcheggio a Marina di Alberese («Aumentarne la capienza e se nell’attuale sede non è possibile, utilizziamo lo spazio adiacente al Centro integrato servizi di Marina di Alberese, zona completamente priva di alberi ad alto fusto: la richiesta già fatta nello scorso mese di marzo durante l’assemblea pubblica ad Alberese alla presidente del Parco, al vice sindaco di Grosseto e all’assessore ai Lavori pubblici»).

Ma è sul reale sviluppo del territorio, poi, che l’associazione «Ombrone» vuole un confronto.

«Marchio collettivo di qualità del Parco e Carta europea del Turismo: questi marchi – dice Ghirbelli –sono insufficienti se non accompagnati da una realtà che li qualifichi maggiormente. Va incentivata l’agricoltura biologica, in special modo quella biodinamica (è su questo tipo di agricoltura la nuova scommessa, tecnica che veramente può contribuire alla riduzione dell’inquinamento), poi va creato un invaso come riserva d’acqua per l’irrigazione delle colture. Al Centro integrato servizi, agli ambulanti deve essere data la possibilità di realizzare strutture in legno o su rimorchi da stazionare sul luogo di lavoro, almeno per tutta la stagione estiva e vanno recuperati i siti di interesse architettonico come Il Romitorio e il pozzo adiacente, attualmente coperto per motivi di sicurezza (pare che al suo interno siano presenti dei reperti archeologici) ed il casello di Pian di Barca. E poi non può più esistere che sul territorio del Parco debbano convivere il Parco e l’Ente Terre Regionali Toscane. Visto che l’ex azienda agricola Alberese, ha dato in affitto le serre, la parte produttiva dell’oliveto, il frantoio, la vigna, la cantina, il negozio in Alberese per la vendita dei prodotti locali».