MATTEO ALFIERI
Cronaca

L’omicidio di Istia d’Ombrone: “Incapace di intendere e volere”. La figlia in libertà vigilata

La 52enne considerata dalla Corte d’Assise ’non imputabile per un vizio totale di mente”. Per dieci anni dovrà rimanere nella struttura a Volterra dove è già detenuta e curata

I carabinieri durante i rilievi

I carabinieri durante i rilievi

Grosseto, 12 giugno 2025 – Totalmente incapace di intendere e di volere e dunque per dieci anni dovrà stare in libertà vigilata nella clinica psichiatrica a Volterra dove è attualmente detenuta e curata. E’ questa la decisione della Corte di Assise del tribunale di Grosseto (presieduta da Laura Di Girolamo) nei confronti di Benedetta Marzocchi, 52 anni, accusata di aver ucciso la madre Giuseppina De Francesco a calci e pugni l’8 giugno 2023 nella villa di Istia d’Ombrone. I giudici hanno assolto la donna perché ‘non imputabile al momento della commissione del fatto’: un vizio totale di mente, sulla base della perizia psichiatrica effettuata nelle precedenti udienze in sede di incidente probatorio. Il pm Giampaolo Melchionna aveva sollecitato l’assoluzione e una misura di sicurezza della durata di venti anni. Benedetta Marzocchi, difesa dagli avvocati Enrico De Martino e Giulia Zani, dovrà seguire il programma terapeutico in atto per dieci anni.

La donna fu arrestata dai carabinieri al termine degli accertamenti svolti dopo aver trovato l’anziana in un lago di sangue nella sua casa a Istia. La 52enne aveva compiuto il delitto dopo una notte di follia iniziata con un’aggressione nei confronti della madre e continuata per diversi minuti in un crescendo di violenza e botte, anche con oggetti che afferrò durante il suo delirio. Pensava, infatti, che la madre incarnasse il demonio e per questo si era scagliata contro di lei con quella tenacia. Poi fu lei stessa a chiamare i soccorsi e ai carabinieri raccontò che nella villa si erano introdotti due uomini e che erano stati loro a picchiare prima lei e poi ad accanirsi nei confronti della madre, fino ad ucciderla.

Versione che, però, risultò tutt’altro che convincente e gli elementi raccolti dai carabinieri portarono subito sulla direzione giusta. Benedetta Marzocchi, però, in seguito ad una perizia psichiatrica fu dichiarata incapace di intendere e di volere, ragion per cui il processo non poteva che concludersi in questo modo.