Offesero Michele Rossi sui social. In quattro condannati per diffamazione

Quattro uomini condannati per diffamazione nei confronti di Michele Rossi, noto come Ape, dopo averlo insultato su Facebook per una protesta. Multa e risarcimento previsti dalla sentenza.

Cinque anni fa, aveva deciso di inscenare una protesta eclatante come spesso usava fare: si era incatenato nell’atrio del Comune. Chiedeva che gli venisse assegnata una casa popolare dopo che l’Amministrazione aveva sgomberato via Sonnino da tutte le auto che possedeva e non sapeva dove andare. Ma Michele Rossi, da tutti conosciuto come Ape, fu insultato da una serie di persone su facebook che se la presero per quella sua iniziativa. "Non ha mai lavorato un giorno in vita sua... Adesso vuoi anche una casa", scrisse uno. "Non ha mai pagato per quello che fa", "Ne ha combinate di tutti i colori". "Quelle macchine in viale Sonnino sono soltanto un ostacolo per tutti quelli che vogliono parcheggiare e abitano nella zona. Finalmente le hanno portate via. Adesso basta". Ma quattro grossetani, per queste frasi, sono finiti alla sbarra: Diego Nocciolini, Alessio Arezzini, Gerardo Scarano e Luca Riverdora erano stati citati a giudizio dal pubblico ministero Salvatore Ferraro che aveva ricevuto la denuncia di Michele Rossi.

In tribunale si è concluso il processo che vedeva imputati i quattro uomini per diffamazione: il giudice Marco Bilisari li ha condannati al pagamento di una multa pari a 500 euro ciascuno, oltre alle spese processuali. I quattro sono stati anche condannati a risarcire "Ape", che si era costituito parte civile, per 1500 euro ciascuno, seimila euro in totale. A loro carico anche le spese di difesa e di costituzione di parte civile. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro trenta giorni.