"Non dimentichiamo Radi"

Il Pci: "Fu ucciso per la libertà in un’imboscata dei fascisti"

"Non dimentichiamo Radi"

"Non dimentichiamo Radi"

La segreteria del Pci "Colline Metallifere" nei giorni scorsi ha ricordato altri "morti per la libertà", ovvero il "giovanissimo Guido Radi che faceva parte della 23ª Brigata Garibaldi. Nella notte tra il 7 e l’8 maggio del 1944 – ricorda Daniele Gasperi – con altri 5 uomini uscì dalla base partigiana posta sulle Carline e si diresse verso il ponte sul torrente Pavone con l’intento di sabotare le linee elettriche e telefoniche. La mattina seguente i sei caddero in un’imboscata dei militi fascisti e nello scontro a fuoco rimasero gravemente feriti Alvaro Betti detto "Ciocco" e lo stesso Radi. Il primo venne trasportato d’urgenza alla base dai restanti partigiani, ma non superò la notte successiva nonostante le cure mediche". Gasperi prosegue: "Guido Radi venne invece colpito alle gambe, rimase sul campo e venne torturato dai fascisti per rivelare i nomi dei compagni. In risposta il giovane riuscì a sparare un ultimo colpo dal suo moschetto uccidendo uno dei torturatori, i quali non indugiarono a finire il giovane partigiano seppellendolo sul posto. Il corpo straziato venne abbandonato nella piazza cittadina e fu recuperato da un’altra futura martire dei nazifascisti, Norma Parenti".