Grosseto, 15 agosto 2023 - Quando iniziò a colpirla con un coltello al collo e al petto non era intossicato dalle sostanze che assumeva regolarmente, ma sapeva quello che stava facendo. E l’ha uccisa perchè la serenità della coppia era finita da tempo. Queste le motivazioni del giudice Adolfo di Zenzo (Previti a latere) del tribunale di Grosseto della sentenza di condanna a 26 anni di carcere per Nicola Stefanini, 50 anni originario di Saline, che uccise la compagna Silvia Manetti, 46 anni, al culmine di una lite, l’11 agosto 2021. I due quella sera erano stati insieme in un ristorante a festeggiare il loro terzo anniversario anche se le cose non andavano bene. La donna era stata convinta da Stefanini di riprovare a ricucire un rapporto che si era guastato perchè l’uomo dava spesso segni di squilibrio.
Stefani confessò immediatamente quello che aveva fatto: prima al 118, poi ai carabinieri. Quando fu trovato a bordo strada accanto al Doblò dove aveva colpito la compagna alla gola con il coltello, urlava la sua rabbia: "Ho ucciso l’amore della mia vita, cosa ho fatto?". Urla che erano state sentite da un uomo che abitava poco lontano quella strada, a pochi metri dal luogo della tragedia. Era stato infatti lui ad avvertire i militari che in quel Doblò, fermo con le quattro frecce sul ciglio della strada, qualcosa doveva essere accaduto.
"I militari lo trovarono in forte stato di agitazione - scrive il giudice - e aveva iniziato a compiere atti di autolesionismo". L’uomo, difeso dall’avvocato Tommaso Galletti, aveva comprato della cocaina per concludere la serata con Silvia. Non era dunque "in una situazione di intossicazione cronica" invocata dalla difesa. Secondo il pm Giampaolo Melchionna non era tale "da diminuire la capacità di intendere e di volere quando ha ucciso Silvia".
Il giudice sostiene anche "l’inconsistenza di specifici riferimenti allo stato di tossicodipendenza dell’imputato che non ha mai detto a nessuno in carcere di aver bisogno di droghe". I medici infatti "non hanno mai fronteggiato crisi di astinenza, ma solo difficoltà psicologiche per la detenzione". Stefanini dunque per i giudici "era pienamente capace di capire cosa stesse facendo quando ha ucciso la sua compagna". L’uomo ha avuto le attenuanti generiche perchè "ha confessato subito l’omicidio della sua compagna, assumendosi la piena responsabilità".