Montecucco, un anno record E’ la migliore "Denominazione"

Secondo il report di Avito è quella che ha ottenuto il miglior risultato nel corso del 2022

Il 2023 inizia nel migliore dei modi per la "Do" Montecucco che, mettendo in archivio un 2022 con dati molto più che incoraggianti, si classifica a tutti gli effetti come la Denominazione più performante della Toscana. A confermarlo il report statistico sulle principali denominazioni vitivinicole toscane di Avito che evidenzia un andamento degli imbottigliati da record per la piccola denominazione amiatina pari a +35% sul 2021, superando persino i risultati del già fortunato 2019.

Quello appena concluso è un anno che ha dovuto fare i conti con un quadro generale di grande incertezza e di difficoltà per il settore vinicolo – e non solo – ma che allo stesso tempo ha confermato una direzione già ben delineatasi a fine 2020 rispetto ai ‘nuovi’ trend di consumo a livello internazionale. Una tendenza che osserva un incremento delle vendite del prodotto ricercato, di fascia media e medio-alta, in sfavore dei vini cosiddetti comuni. Non solo: pilastro della scelta d’acquisto resta la sostenibilità. I consumatori, anno dopo anno, sono sempre più attenti ai temi legati alla tutela dell’ambiente, sia dal punto di vista della coltivazione che dal punto di vista produttivo.

"Se nicchia e sostenibilità si confermano come leitmotiv del mercato vinicolo – dice Giovan Battista Basile (nella foto), presidente del Consorzio Montecucco –, il Montecucco si fa coerentemente largo in questa ormai consolidata dimensione della domanda internazionale. Il mercato oggi più che mai è in cerca di prodotti che siano bio-certificati, di qualità e affidabili, valori da sempre legati a doppio filo alla nostra Do, garantiti dal nostro Consorzio di Tutela e costantemente promossi a livello internazionale. Non dimentichiamo che la Do Montecucco, con 68 aziende associate e 500 ettari rivendicati distribuiti nei sette comuni di Arcidosso, Campagnatico, Castel del Piano, Cinigiano, Civitella Paganico, Roccalbegna e Seggiano, vanta l’85% di produzione biologica. Ma al di là della sostenibilità, il nostro è un Sangiovese estremamente distinguibile prodotto da piccole o medie aziende a conduzione familiare che negli anni sono state capaci di interpretare la peculiare identità del territorio. Insomma, un gioiello unico nel suo genere".