LUCA MANTIGLIONI
Cronaca

L’operatività del 4° Stormo. I guardiani della nostra sicurezza

Dietro al "volo" degli Eurofighter c’è un complesso lavoro di squadra e di altissima specializzazione

L’operatività del 4° Stormo. I guardiani della nostra sicurezza

L’operatività del 4° Stormo. I guardiani della nostra sicurezza

Ventiquattro ore al giorno, tutti i giorni dell’anno. Non sono previste né pause né distrazioni. Sia quando la situazione internazionale si muove in un range tranquillo e a maggior ragione quando la tranquillità sembra avere un equilibrio precario. Come il momento attuale, ad esempio. Il compito di vigilare sulla sicurezza del Paese e dei cittadini controllando lo spazio aereo nazionale è affidato al personale dell’Aeronautica militare che a Grosseto con il 4° Stormo ha uno dei punti di eccellenza, e non solo per l’Italia.

E’ solo all’interno del "Baccarini", ad esempio, che vengono addestrati i piloti che poi prenderanno servizio sugli Eurofighter, piloti come quelli che poche settimane fa – impegnati nella missione Nato di Enhanced Air Policing a Malbork, in Polonia – hanno intercettato un velivolo "sconosciuto" che stava sorvolando una zona altamente sensibile. Questi piloti fanno parte della Task Force Air "4th Wing" che sotto il comando proprio del 4° Stormo devono assicurare l’integrità e la sicurezza dello spazio aereo polacco, a protezione del fianco nord est dell’Alleanza Atlantica.

In caso di una traccia radar sconosciuta, i caccia decollano in brevissimo tempo e vanno ad intercettare il velivolo sospetto. In gergo si chiama "scramble" e lo abbiamo potuto vivere in prima persona, grazie al permesso dello Stato Maggiore dell’Aeronautica militare e all’ospitalità del 4° Stormo, sotto il comando del colonnello Filippo Monti. Durante un addestramento, a bordo di un aereo ritenuto "sospetto", abbiamo seguito le fasi dell’operazione fino a quando gli "Efa" ci hanno affiancato e "scortati" come se fosse stata una missione operativa reale (altro servizio nelle pagine del Qn).

Ma dietro a tutto questo c’è un lavoro complesso e ben organizzato, dove ciascuno non solo conosce alla perfezione il protocollo ma, grazie ad una formazione e un addestramento di altissima specializzazione, è in grado di gestire anche le situazioni imprevedibili pur dovendo decidere spesso nello spazio di pochi secondi.

"Prima di essere abilitati al volo sugli Eurofighter – spiega Filippo, capitano pilota – c’è una lunga fase di addestramento che poi ci consente di affrontare sempre con la necessaria preparazione qualsiasi emergenza".

E se i piloti sono garanzia di affidabilità, altrettanto devono esserlo gli aerei sui quali salgono. E questo è il compito affidato appunto al "Gruppo efficienza aeromobili" il cui personale all’interno del "Baccarini" si occupa della manutenzione e dei controlli su questi sofisticatissimi caccia intercettori.

"Ci sono verifiche – spiega il maggiore Milena, ufficiale tecnico – che possono esser fatte anche ogni giorno, oppure dipendono dalle ore di volo effettuate. I controlli di livello superiore, ad esempio quelli necessari dopo il superamento di 500 ore di attività, vengono svolti in altre basi".

La torre di controllo all’interno della base cittadina ha un ruolo comprensibilmente centrale in ogni attività. Oltre ai movimenti all’interno dell’aeroporto, segue il traffico in transito in uno spazio che va dal suolo fino a 3mila piedi in altezza per un raggio di 5 miglia nautiche. "Il radar, invece – spiega Giuseppe, maresciallo di 1° classe –, ha un’area di competenza che sulla costa va da Talamone fino al confine nord di Follonica, mentre nell’entroterra copre lo spazio da Cinigiano e Casole d’Elsa, in provincia di Siena".

In caso di scramble (che parte dal Caoc, in Spagna) compito del personale in torre è quello di liberare immediatamente lo spazio aereo per il decollo degli Efa, dopo di che l’attività dei caccia passa sotto la gestione della Difesa aerea.