Lo Stato dei Presìdi, raccontato da Gualtiero Della Monaca. Si intitola ‘1557-1815, Reali Presìdi di Toscana: Un piccolo stato una grande storia’ e sarà in libreria dalla settimana prossima, per Effigi. Con una dedica speciale. "Ho dedicato questa ricerca storica a don Pietro Fanciulli – racconta Della Monaca – che aveva fatto di questo argomento l’oggetto principale dei suoi studi. Il mio è un tentativo di andare oltre i consueti luoghi comuni che troppo spesso si leggono quando si tratta della storia dello Stato dei Presìdi".
Falsi miti, convinzioni errate. Quasi un’operazione di debunking storico. "Per esempio, l’etichetta spesso affibbiata di storia ‘locale’ – spiega l’autore – quando invece si tratta di un pezzo importante di storia d’Italia e storia d’Europa. La storiografia ufficiale tende a sminuire il valore strategico di questo piccolo Stato, che in realtà ha giocato per oltre due secoli e mezzo un ruolo altamente strategico nel panorama politico e militare italiano ed europeo. E poi il fatto che troppe volte si identifica lo Stato dei Presìdi solo con la Spagna, quando abbiamo avuto anche austriaci, napoletani, francesi e toscani".
Anche sulle date, lo studioso di Porto Santo Stefano propone qualche novità: "Non sono d’accordo sulla data che tacitamente viene accettata come fine dei Presìdi di Toscana, ovvero il 1801, perché di questo stato parla un documento del Congresso si Vienna, del 1815". Un lavoro di ricerca minuzioso e dettagliato, che ha impegnato a lungo Della Monaca. "Se ho potuto portarlo a termine – spiega lo storico – devo ringraziare Mario Papalini di Effigi, Marino Viganò per il prezioso lavoro di editing e Marco Meriggi dell’Università Federico II di Napoli per aver scritto la prefazione. Ringrazio amici Marco Consentino e Giovanni Alessi per avermi sostenuto e incoraggiato nei momenti di difficoltà, quando pensavo che quello che stavo facendo fosse al di sopra delle mie reali possibilità". Un viaggio, quindi, tra le piazzeforti di Orbetello, Porto Ercole e Porto Longone, di Talamone e Porto Santo Stefano, in una storia che si sviluppa lungo 250 anni tra assedi, guerre e dominazioni destinate a segnare in modo profondo le tradizioni e i costumi delle comunità locali.
Riccardo Bruni