REDAZIONE GROSSETO

"Le Storie siamo noi". Nono convegno biennale su orientamento narrativo

Appuntamento venerdi e sabato con lezioni, dialoghi in pubblico, laboratori e spettacoli. Federico Batini e Simone Giusti sono gli ideatori della rassegna.

"Le Storie siamo noi". Nono convegno biennale su orientamento narrativo

Torna venerdì e sabato la nona edizione del convegno nazionale "Le storie siamo noi", due giorni di lezioni, dialoghi in pubblico, laboratori e spettacoli a ingresso libero. Le storie, scrivono Federico Batini e Simone Giusti, gli ideatori e organizzatori dell’iniziativa, "se usate consapevolmente, possono diventare degli straordinari strumenti per mettere ordine e dare un senso alle esperienze, per immaginare il futuro e gestire le scelte, per costruire la propria identità e quella dei gruppi di cui facciamo parte". Animati dal desiderio di migliorare la capacità di usare le storie per il loro lavoro, i partecipanti al convegno daranno vita per due giorni a una vera propria comunità professionale in cui ricercatrici e ricercatori, insegnanti, personale dei servizi educativi e socio-sanitari, volontari e volontarie, scrittrici, scrittori e artiste metteranno in comune i loro saperi, le loro esperienze e i loro strumenti narrativi. Saranno presenti alcuni ospiti abituali dell’iniziativa, tra cui la storica Vanessa Roghi, il sociologo Paolo Jedlowski, lo psicologo Andrea Smorti e gli studiosi di letteratura Michele Cometa e Natascia Tonelli. Uno spazio speciale sarà dedicato, in apertura, alla figura di Bruno Ciari, di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita. Si terranno quindi le lezioni magistrali, le presentazioni di ricerche e di libri e, durante entrambi i pomeriggi, i laboratori di pratiche, i cosiddetti "cantieri narrativi", durante i quali i partecipanti metteranno alla prova strumenti e esperienze. Grazie anche alla collaborazione della Fondazione per la scuola della Compagnia di San Paolo e al contributo delle università di Siena e di Perugia, la mattina di sabato sarà dedicato uno spazio speciale all’orientamento scolastico e alle recenti disposizioni di legge che introducono in ogni scuola 30 ore annue di percorsi di orientamento formativo. "Abbiamo creduto molto in questo progetto che rompe le barriere di un tema che sta andando molto di moda negli ultimi anni: il tema dell’orientamento – dice l’assessora alle politiche culturali Barbara Catalani – Un orientamento fatto secondo il metodo narrativo. Questo termine riguarda tutto ciò che è la formazione di un individuo durante tutta la sua vita. Quando abbiamo accolto questo progetto abbiamo pensato anche al coinvolgimento di altre forme di arte, con letture e spettacoli teatrali o mostre, in una promiscuità di linguaggi".