La scomparsa di Alberto Asor Rosa Era cittadino onorario di Capalbio

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Se ne va un pezzo di Capalbio. Con Alberto Asor Rosa, scomparso ieri a Roma a 89 anni, la Piccola Atene perde uno dei suoi volti più rappresentativi. Cittadino onorario di Capalbio dal 2019, il professore, una delle voci più influenti nello studio della letteratura italiana, è stato uno dei simboli di quel mondo della cultura e della politica che ha eletto a seconda dimora il borgo, la campagna e il mare capalbiese, tra le serate dedicate ai libri in Piazza Magenta e le frequentazioni balneari dell’Ultima Spiaggia. "Un intellettuale sempre presente nella nostra vita culturale – lo ricorda il sindaco di Capalbio, Gianfranco Chelini – soprattutto nell’ambito della stagione estiva. Sicuramente organizzeremo qualcosa per ricordarlo nel corso della prossima stagione". A portarlo via è stato un arresto cardiaco. "Negli ultimi due anni – ha spiegato Angela Asor Rosa, una delle due figlie, con la sorella Laura – mio padre ha avuto una salute traballante dovuta a problemi cardiaci e polmonari" Studioso, docente, intellettuale di formazione marxista, più volte parlamentare, ideatore e direttore della monumentale Storia della letteratura Einaudi. Per lui il classico di una vita era l’Orlando furioso di Ludovico Ariosto. "L’età giusta per leggere l’Orlando Furioso intensamente e non distaccarsene più - diceva - è fra i 30 e i 40 anni, quando uno è ancora abbastanza giovane per ricordarsi che la realtà quotidiana non è tutto e già abbastanza maturo per capire che oltre il visibile esistono mondi che non vale la pena perdere". In occasione del conferimento della cittadinanza onoraria, ricevuta nel 2019 dal sindaco Luigi Bellumori, ricordò il suo arrivo in Maremma con grande affetto, rivolgendo un pensiero a tutti i suoi nuovi concittadini. "La mia scoperta di Capalbio – disse – e la mia residenza qui, proprio dentro le mura dell’antica città, risalgono a più di quarant’anni fa. Conosco a menadito le distese dei boschi, dei prati e delle dune, che arrivano fino al mare; conosco vie e viuzze dell’entroterra; e conosco capalbiesi dei due sessi, di ogni genere e mestiere, con i quali intrattengo rapporti di profonda amicizia, molti dei quali, quando io sono arrivato qui erano bambini o appena adolescenti".

Riccardo Bruni