"Vorrei che fosse dato il giusto riconoscimento a mio padre, come l’intitolazione di uno spazio pubblico, ma ad oggi dalla giunta di Monte Argentario non ho ricevuto alcuna risposta". A raccontare la storia a La Nazione è Ines Loffredo, figlia di Luigi, militare marittimo che perse la vita a seguito dell’affondamento della nave su cui lavorava. I bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, per Porto Santo Stefano, furono devastanti, con decine e decine di morti e un paese intero raso al suolo. Soprattutto quello dell’8 dicembre viene ricordato come il più terribile, con 34 vittime e un numero imprecisato di feriti. Fu quello per Porto Santo Stefano, fino ad allora solo sfiorato dagli orrori della guerra, l’inizio di una serie di bombardamenti e incursioni aeree che si protrassero fino al 7 giugno dell’anno successivo. Dopo quel primo bombardamento molti abitanti lasciarono le loro case, in gran parte inagibili, e si trasferirono nelle campagne intorno al paese, occupando casette agricole o baracche fino ad allora utilizzate per il ricovero degli attrezzi e del bestiame. Ma le vittime santostefanesi dei bombardamenti della guerra non furono solo quelle sul territorio, ma anche tra chi era impegnato su una nave addetta all’approvvigionamento dell’Urbe di cui era al comando, a Monterotondo in provincia di Roma. Era il 2 aprile del 1944 quando l’imbarcazione venne colpita dai bombardamenti. Adesso, a pochi giorni dall’80esimo anniversario, la figlia Ines, orfana di guerra, chiede all’amministrazione argentarina che venga dato un riconoscimento a suo padre. "Un eroe sconosciuto – racconta –. Era un umile e pacifico milite dell’approvvigionamento dell’Urbe, assieme al suo equipaggio addetti al servizio di navigazione sul Tevere. Caddero tragicamente per bombardamento aereo, lui aveva 40 anni. Se ne andò lasciando mia mamma giovanissima con due figli. Così tornammo a Porto Santo Stefano. La sua lapide si trova al cimitero del Verano di Roma, mentre nel 1964 gli è stata riconosciuta dal presidente della Repubblica la medaglia d’onore per lunga navigazione, oltre a un attestato di benemerenza concesso dal ministero della Marina a 24 anni per aver salvato l’equipaggio di un veliero. Chiedo quindi al sindaco e alla sua giunta, nell’80esimo anno dalla sua morte, che gli venga dato il giusto riconoscimento con l’intitolazione a suo nome di uno spazio urbano a Porto Santo Stefano, nell’area del Siluripedio o in altre zone a prevalente valenza marittimo/culturale, con una cerimonia da tenersi, se possibile, in data 2 aprile 2024".
Andrea Capitani