"La provincia si spopola e con ritmi preoccupanti"

Il presidente Francesco Limatola analizza la situazione del nostro territorio al terzo posto in Italia come più basso tasso di densità per chilometro quadrato

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di Nicola Ciuffoletti

Bassa densità di popolazione, basso tasso di natalità e alto indice di vecchiaia sono tre aspetti che descrivono in maniera nuda e cruda le condizioni demografiche in cui verte la provincia di Grosseto. Il primo, quello riguardante la densità di popolazione, porta la provincia di Grosseto a ricoprire il terzo posto delle province italiane con il più basso tasso di densità per chilometro quadrato, un’eccezione della Toscana. Dopo le province di Nuoro e Aosta, che contano rispettivamente 35 e 38 abitanti per chilometro quadrato c’è quella di Grosseto che si ferma a 48 abitanti per chilometro quadrato.

Numeri emersi nel 2022, analizzati da Roberto Volpi (statistico e demografo) in un articolo pubblicato sul sito dell’associazione culturale "Neodemos". A fare compagnia a queste tre province che non arrivano a 60 abitanti per chilometro quadrato, ci sono altre 8, tra queste 12 non c’è nessuna toscana e solo Rieti (55 abitanti per kmq) oltre Grosseto del centro Italia.

Numeri questi che posizionano la provincia maremmana molto distante dai valori di densità delle province più densamente popolate d’Italia (ad esempio Milano supera i 2mila abitanti a chilometro quadrato). Infine dietro al basso tasso di densità di popolazione c’è un fenomeno dello spopolamento che morde in maniera feroce i territori periferici. "Sono a conoscenza di questi numeri – ha detto Francesco Limatola –. Anche la nostra provincia si sta spopolando con un ritmo che desta preoccupazione. Oggi contiamo all’incirca 217mila abitanti su un territorio di oltre 4mila chilometri quadrati. A questo dobbiamo aggiungere che nella nostra provincia l’indice di vecchiaia si attesta a qualche cifra superiore rispetto alla media nazionale, ciò vuol dire basso tasso di natalità".

Gli indici demografici della provincia di Grosseto dovrebbero far riflettere il mondo della politica, delle istituzioni e dell’economia con l’obiettivo di cercare, quanto prima, di invertire la rotta."Penso che si debba agire su due aspetti – prosegue il presidente Limatola –. In primo luogo garantire i servizi di cittadinanza, quindi sanità, istruzione, mobilità e infrastrutture materiali e immateriali. Poi dobbiamo creare occasioni di lavoro. Oltre al turismo e all’agricoltura dobbiamo puntare sul manifatturiero di qualità, in grado di creare professioni".

Poi il presidente Francesco Limatola cita due esempi. "Basta andare in provincia di Siena e vedere come Abbadia San Salvatore e Piancastagnaio siano due realtà che ci consegnano dati in controtendenza rispetto ai nostri".