"Secondo la nuova norma per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza il medico che effettua la visita che precede l’interruzione volontaria di gravidanza, sarebbe obbligato a far vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso". Inizia così le donne di Azione, Felicia Ammendola, Ludmila Deli, Nicoletta Di Pietro e Susanna Perin. "Il sindaco ha precisato – hanno aggiunto – che la finalità di questa auspicata modifica ha lo scopo di accrescere la consapevolezza del gesto dell’aborto senza però limitare la libertà individuale della donna sancita dalle norme e dal buonsenso. Come a dire: sei libera di scegliere, ma io ti aiuterò a prendere la decisione giusta. Il bene tutelato dalla norma, non è evidentemente la salute del nascituro, poiché resta comunque la possibilità di effettuare l’aborto, la ratio risiede invece nel bloccare la scelta poco prima di farla materialmente, dopo che una donna abbia già compiuto un percorso di accoglienza precostituito nei Consultori, che già garantiscono colloqui e consulenza sulla contraccezione per ridurre il ricorso all’Ivg e tutelino la salute della donna fornendo assistenza psicologica e sociale e, su richiesta, informazioni su associazioni di volontariato". Poi chiudono: "Noi donne di Azione e madri di figli ci rifiutiamo di accettare una tale ulteriore tortura da affliggere a donne e ragazze in stato di grave difficoltà economica". "Siamo profondamente sconcertati dalle parole del primo cittadino di Grosseto – dice il Collettivo Queer – Oltre a ribadire quanto il diritto ad un aborto libero, garantito e sicuro sia ancora un orizzonte da realizzare in molte zone del nostro paese, vorremmo puntare i riflettori su una questione: la disumanità. Si introdurrebbe un gesto pesantissimo: quello dell’obbligo dell’auscultazione del battito del feto. Un gesto di una violenza psicologica inaudita".
Cronaca"IVG a Grosseto: "Il bene tutelato non è il bambino" - Azione, Collettivo Queer"