REDAZIONE GROSSETO

"Il prezzo dei cereali sta crollando, in Maremma si punti alla qualità"

L'allarme del presidente di Confagricoltura Grosseto: il crollo del prezzo dei cereali e l'aumento delle importazioni minacciano la continuità produttiva. Occorre difendere la qualità e valorizzare il grano per garantire un ritorno economico agli agricoltori.

"Il prezzo dei cereali sta crollando, in Maremma si punti alla qualità"

"Il prezzo all’origine dei cereali sta crollando e senza un’inversione di tendenza la prossima disponibilità dei nuovi raccolti può avere effetti devastanti sulla continuità produttiva delle imprese". È questo l’allarme lanciato dal presidente di Confagricoltura Grosseto, Attilio Tocchi, che spiega come la contrazione delle produzioni sia da correlare con l’eccezionale aumento delle importazioni da Paesi terzi che non sono tra i tradizionali fornitori del mercato italiano. "Un aumento di queste importazioni rende necessaria un’azione di tutela marcata delle nostre produzioni da una vera e propria montagna di grano che potrebbe riversarsi nel nostro Paese, con effetti devastanti per il prezzo all’origine pagato agli agricoltori". Da qui la necessità di difendere a monte il prezzo base. Ma Tocchi si spinge oltre e invita i produttori cerealicoli maremmani a orientarsi prioritariamente sulla qualità del prodotto. "Se vogliamo che la cerealicoltura maremmana sopravviva, senza farsi spazzare via dall’ingresso di cereali stranieri, è prioritario perseguire la qualità. Dobbiamo cambiare approccio culturale e compiere un salto epocale. Del resto, noi abbiamo una storia millenaria in fatto di coltivazione cerealicola. Dobbiamo partire da qui per aggiungere valore e vendere il grano ad un prezzo ampiamente remunerativo. Oggi – precisa Tocchi – secondo i dati forniti da Coagri, il nostro consorzio di produttori, il prezzo medio a quintale del grano duro si attesta sui 32 euro a fronte di quasi 33 euro di spesa per produrlo. Si capisce bene che non si può continuare a considerare chi lavora in agricoltura come semplicemente un volontario-custode. In primis deve esserci un ritorno economico e nel caso delle coltivazioni di grano questo non c’è più da tempo. Pertanto, soprattutto in Maremma, la stella polare deve essere la qualità per riversare valore aggiunto sul mondo produttivo".