ALBERTO CELATA
Cronaca

Il Pd rinasce a Pitigliano Ma gli vendono la sede

Il Primo maggio scorso il partito si ricostituisce, 3 giorni dopo la Fondazione. La Quercia cede l’immobile senza avvisare i dirigenti locali e quelli provinciali

di Alberto Celata

Se questo fosse un romanzo giallo, e come tale di fantasia, non sarebbe difficile trovargli un titolo: "Il romanzo della sede scomparsa". Ma in questa vicenda non c’è nulla di fantastico, è tutto attestato da testimonianze, non ultima quella del segretario provinciale del Pd, Giacomo Termine, che definisce "inaccettabile" l’intera vicenda. Ma andiamo per ordine. Il primo maggio scorso, con l’impegno diretto del segretario provinciale Termine, rinasce ufficialmente la sezione Pd di Pitigliano. In tutto 23 iscritti, non pochi per un piccolo comune. Ma neppure il tempo di festeggiare il risultato ottenuto, che, tre giorni dopo, dirigenti e iscritti locali scoprono che la loro vecchia sede era stata venduta, a un privato, dai referenti provinciali della Fondazione La Quercia, l’organismo che in tutta Italia si occupa della gestione dei beni immobili di Pci, Pds, Ds e ora Pd. E infatti questa sede, che si trova, peraltro in una posizione invidiabile e dall’indubbio valore commerciale, in piazza Gregorio VII, la piazza dove sorge l’antica cattedrale di Pitigliano, fu acquistata negli anni ’80, anche e soprattutto con i risparmi dei comunisti pitiglianesi di allora, con in testa l’indimenticato sindaco Augusto Brozzi. "Anch’io partecipai alla sottoscrizione – ci racconta un vecchio militante in un misto di commozione e rabbia –. Io, come altri operai, muratori, contadini, misi 150mila lire, che a quel tempo valevano qualcosa, chi invece aveva un’impresa donò anche 500mila lire. E ora ce l’hanno venduta alla zittina, senza mettere neppure il cartello vendesi. E lo abbiamo scoperto quasi per sbaglio. In più l’avevano venduta con tutto il nostro archivio dentro, quindi siamo dovuti anche andare dal nuovo, legittimo, proprietario, a farci aprire quella che era stata per molti anni la nostra sede, per riprenderci tutti i nostri documenti che per noi hanno un importante valore storico e anche affettivo. E pensare che questa Fondazione – chiude il vecchio militante – oltre che a gestire gli immobili del vecchio Pci dovrebbe anche tutelare e difendere la tradizione del partito. Se questo è il metodo siamo a posto".

Su tutte le furie anche il segretario provinciale del Pd, Giacomo Termine, anche lui venuto a conoscenza della vendita a cose ormai fatte. "Dopo che abbiamo impiegato mesi per ricostituire il partito a Pitigliano – dice Termine – i referenti provinciali della Fondazione La Quercia hanno venduto la sede senza dire niente. Francamente è una cosa inaccettabile. Per questo chi ha compiuto questa operazione se ne assuma tutta la responsabilità e trovi una soluzione, ovvero una sede nuova, perché il partito ne ha bisogno".