
Il Parco faunistico del monte Amiata ha vissuto momenti migliori ma con l’arrivo del nuovo direttore, la veterinaria Donata Marruchi, torna un po’ di speranza. Era l’inizio di questo anno quando abbiamo fatto visita al parco e sulle colonne di questo giornale abbiamo raccontato lo stato di semi abbandono di uno dei tesori naturalistici del monte Amiata. A porre, di nuovo, al centro dell’attenzione la gestione del Parco è Guendalina Amati, consigliere di minoranza ad Arcidosso e coordinatrice del circolo Amiata di Fratelli d’Italia. "Ho richiesto al presidente dell’Unione dei comuni di effettuare in qualità di consigliere della stessa Unione, un sopralluogo al Parco Faunistico del Monte Amiata – spiega Amati – per vedere lo stato di avanzamento dei lavori di recupero e ripristino della riserva ambientale, che negli ultimi anni aveva subito un declino inesorabile". Negli anni il parco ha goduto anche di finanziamenti, l’ultimo in ordine di tempo è stato impiegato per la costruzione di recinzioni per il contenimento del piano lupo. "L’esigenza – commenta Amati – è quella di capire come fossero stati utilizzati i 100mila euro stanziati dalla Regione Toscana nel 2017. Quest’ultimo, un progetto siglato tra la Provincia e la Regione, con il quale il Parco avrebbe dovuto accogliere gli esemplari di ibridi catturati. Infatti, negli scorsi decenni, all’interno del Parco del Monte Amiata avevano trovato casa diversi esemplari di lupo appenninico, daini, mufloni e caprioli, e innumerevoli erano stati i progetti dell’ex direttore Niso Cini, che poi avevano portato nel sito migliaia di visitatori e decine di studiosi sia italiani che europei di prestigiose università". Adesso le recinzioni hanno bisogno di essere risistemate e gli animali vagano liberi anche il sito internet non esiste più, con la conseguente perdita di tutto il materiale scientifico. "Con l’arrivo di un nuovo direttore, la veterinaria Marruchi – commenta la Amati – stiamo assistendo ad un rinnovato interesse per il Parco del Monte Labbro. Infatti, è ben evidente la buona volontà della nuova direttrice, nel far rivivere il Parco, ma per far sì che questo avvenga c’è un urgente bisogno del supporto di tutte le amministrazioni locali e dall’Unione dei Comuni, con denaro e mezzi, per così essere in grado di poter lavorare in modo ottimale". Amati, che apprezza l’interessamento da parte di Massimo Galli, presidente dell’Unione dei Comuni si mette a disposizione e invita le amministrazioni comunali dell’Amiata a lavorare in sinergia per un progetto di area che possa valorizzare al meglio il Parco faunistico.
Nicola Ciuffoletti