
I servizi educativi in città. Chiude l’asilo del Santa Elisabetta
Una delle storiche scuole dell’infanzia di Grosseto rischia di chiudere. Il Santa Elisabetta infatti, scuola materna delle suore francescane, a giugno dovrebbe concludere il proprio percorso formativo, ed umano, che dura da oltre 80 anni. Un percorso nato nel 1935, quando le suore aprirono un asilo d’infanzia, in via Aurelia, per poi fondare nel 1937 la scuola materna di via Ugo Bassi, dove ha tutt’ora sede. La notizia è giunta come un fulmine a ciel sereno la scorsa settimana, quando le famiglie che hanno i figli iscritti alla materna hanno ricevuto dalle suore la notizia che alla fine dell’attuale anno scolastico la struttura chiuderà i battenti. Motivi di bilancio. Sembra questa la motivazione che ha spinto le suore francescane a non proseguire con l’attività. Una notizia che ha spiazzato famiglie e bambini, creando preoccupazione. Attualmente nella materna di via Ugo Bassi ci sono 15 bambini (dal primo al terzo anno), seguiti da due insegnanti laiche che svolgono da oltre dieci anni un servizio puntuale, preciso e amorevole.
I genitori interessati hanno provato a far cambiare idea alla Superiora generale madre Paola Yucra Solano e al consiglio generale delle suore francescane di Santa Elisabetta, chiedendo un incontro di persona, un’assemblea straordinaria, per portare la propria vicinanza alla scuola, con i genitori disposti anche a venire incontro alla struttura con iniziative e attività di promozione per aumentare gli iscritti già dal prossimo anno. "Siamo stati informati – dicono i genitori i cui figli frequentano la scuola materna – da madre Daniela Capaccioli della volontà di chiudere la struttura. La decisione arriva da Firenze, dalla Superiora generale madre Paola. La scuola a livello di preparazione è una struttura importante. Un’isola felice a misura di bambino. C’è tanto rammarico in questa scelta e dispiacere per veder perdere una proposta di cotanto valore didattico, umano, religioso e culturale".
Il calo demografico dal 2020 (anno del Covid) non ha aiutato. La poca pubblicità in città della scuola idem. Adesso però sulle 15 famiglie pende una spada di Damocle che a giugno culminerà con la cessazione del servizio. Se infatti alcuni bambini ad inizio estate finiranno il percorso ed andranno alle elementari, molti si troveranno di fronte alla necessità di cambiare istituto in corso. Con tutte le difficoltà che ciò comporta.
Andrea Capitani