Franci: "Standard alto, altrimenti facciamo tagli"

Il produttore amiatino, fra i più premiati al mondo, fissa regole rigide

Franci: "Standard alto, altrimenti facciamo tagli"

Franci: "Standard alto, altrimenti facciamo tagli"

Del Frantoio Franci se ne sente parlare per i premi che si aggiudica in giro per l’Italia e il mondo. Dal 1996 ad oggi sono 684 tra premi e riconoscimenti che la famiglia Franci ha raccolto e che custodisce a Montenero d’Orcia. Questa area geografica, che rappresenta il punto di incontro tra l’Amiata e la Maremma, Franci ha contribuito, grazie ai suoi splendidi oliveti, anche a migliorarla. Sono circa 75 gli ettari di olivi della famiglia e 30mila le piante a dimora che ogni anno contribuiscono a dare oli di importanza mondiale. Della campagna olivicola appena conclusa Giorgio Franci si dice abbastanza soddisfatto. "E’ stata un’annata discreta – commenta –, una stagione buona se si guarda alla quantità. All’inizio l’avevamo sottostimata perché venivamo da un periodo abbastanza siccitoso che si è protratto fino al 20 ottobre. Da dopo l’arrivo delle piogge le olive hanno iniziato a idratarsi e laddove il raccolto era abbondante l’oliva è rimasta verde fino a qualche settimana fa. L’oliva verde è la base per fare gli oli importanti". Anche la resa è sta buona. "Abbiamo chiuso – prosegue Franci – con una resa media pari a 12,75%". Tutte le etichette del Frantoio Franci hanno una matrice ed uno standard di qualità ben definito per caratteristiche organolettiche e parametri chimici, i quali garantiscono al consumatore la continuità qualitativa di anno in anno.

"Gli oli che non raggiungono gli obiettivi vengono declassati – spiega Franci –. Le variabili stagionali, che determinano la qualità dei raccolti e che rendono stimolante questo mestiere, influenzano le quantità dei prodotti finiti ma non la loro qualità in termini assoluti. All’annata rimane quel margine sottile ed affascinante che fa la differenza tra una buona bottiglia ed un grande prodotto". In periodo storico come quello che stiamo vivendo che sta registrando la richiesta di olio maggiore rispetto ai numeri della produzione anche per Franci gli impianti intensivi possono dare una risposta, purché si parli di varietà toscane. "Dobbiamo guardare con interesse all’intensivo purchè non si perdano le nostre radici – spiega –. Il modello superintensivo è un qualcosa con cui dobbiamo confrontarci". Lo stesso Franci ha un impianto di 10 ettari di superintensivo, esclusivamente con varietà toscane. "Dobbiamo puntare sulle nostre cultivar – conclude – e riscoprire quelle autoctone". N.C.