
Il rispetto dei cetacei e dei delfini da parte dei pescatori si scontra con due elementi critici: il primo è costituito dai danni che i delfini, i Tursiopi in particolare che cacciano sotto costa, fanno alle reti dei pescatori, strappandole per mangiare il pesce al loro interno. Fenomeno contro il quale si stanno sperimentando dei dissuasori a basse frequenze, che simulano il richiamo dei predatori marini. Dall’altra la pratica, ormai quasi dismessa ma non estinta nelle marinerie, della produzione del "Musciame", la carne di delfino essiccata. Un piatto servito sottobanco che è sempre stata considerata una prelibatezza tanto che poteva raggiungere anche la quotazione di mille euro al kg. La sua produzione è vietata e illegale ma anche, secondo la professoressa Marsili, ai pescatori, sconveniente: "Le fibre muscolari della carne di delfino hanno una carica di tossicità i cui livelli sono paragonabili all’insetticida Ddt". Un elemento dovuto alla sua sopravvivenza prolungata nell’ambiente marino.