NICOLA CIUFFOLETTI
Cronaca

Da Montegiovi a piedi dal papa: "Deve salvare il borgo"

Il 30 agosto sette pellegrini che vivono nella frazione andranno a Roma. Tisato: " Il paese si sta svuotando. Mancano servizi e prospettive".

Alcuni dei pellegrini che a piedi raggiungeranno il papa per salvare Montegiovi

Alcuni dei pellegrini che a piedi raggiungeranno il papa per salvare Montegiovi

CASTEL DEL PIANOMontegiovi, piccolo borgo del comune amiatino, ha deciso di farsi sentire. Il prossimo 30 agosto, sette abitanti, novelli pellegrini, partiranno a piedi verso Roma, con la statua di Santa Caterina e due asini al seguito. Destinazione: il Vaticano. Obiettivo: chiedere udienza al Papa per salvare la canonica del paese, oggi in condizioni precarie, e attirare l’attenzione sul crescente abbandono delle aree interne italiane. Il gesto, simbolico e concreto insieme, nasce dall’esasperazione di una comunità che da anni chiede interventi senza ricevere risposte. La canonica, un tempo cuore pulsante del paese, cade a pezzi. E con essa rischia di scomparire un intero tessuto sociale. Durante il cammino, lungo due settimane, i viandanti raccoglieranno lettere e testimonianze da altri piccoli paesi, per consegnarle al Papa in un appello collettivo.

Il regista Davide Tisato, originario di Montegiovi, seguirà la marcia con la macchina da presa per raccontarla nel documentario Il Nostro Miracolo, prodotto da Cloud Fog Haze Picture e Articolture con RSI Radiotelevisione Svizzera e il supporto della Toscana Film Commission. "La canonica è solo la punta dell’iceberg – afferma Tisato – Il paese si sta svuotando. Mancano servizi, opportunità, prospettive. Siamo rimasti in 150. Ma abbiamo deciso di lottare per non sparire. Forse è l’ultima occasione che abbiamo. Per restaurare la canonica fatiscente e destinarla a scopi comunitari, ci vorrebbe quasi un miracolo, che potrebbe diventare realtà grazie alla nostra coesione, alla nostra convinzione e all’auspicata influenza papale". Quella di Montegiovi è una storia che parla a tanti.

Le aree interne italiane, oggi abitate da 13 milioni di persone, soffrono un’emorragia demografica che, secondo Istat, nelle zone più periferiche tocca il -7,7%. Eppure sono territori ricchi di storia, identità e comunità. Forse, proprio da una marcia lenta verso Roma, può partire un messaggio forte per l’Italia intera.

Nicola Ciuffoletti