Crisi covid, cento ristoratori maremmani a Roma per la protesta

I gestori a Montecitorio per chiedere al governo di poter riaprire in sicurezza. Liliana Marrini: "Non ce la facciamo più"

Liliana Marrini, imprenditrice follonichese e componente del gruppo Corona Grosseto

Liliana Marrini, imprenditrice follonichese e componente del gruppo Corona Grosseto

Grosseto, 21 febbraio 2021 - Sono oltre un centinaio i ristoratori da tutta la provincia di Grosseto che domani arriveranno a Roma in piazza Montecitorio per chiedere al governo Draghi di poter riaprire i loro ristoranti. "Per la prima volta dal territorio grossetano saremo in tanti" dice Liliana Marrini, imprenditrice follonichese e componente del gruppo Corona Grosseto. Un presidio a oltranza quello dei ristoratori italiani che hanno risposto all’appello lanciato a livello nazionale da Ristoratori Toscana e Tutela nazionale imprese (Tni).

Molti di loro pianteranno la tenda in piazza Montecitorio fino a quando non saranno ricevuti dal Governo. Un secondo atto nella capitale, dopo il primo del novembre scorso, la cui partecipazione almeno sulla carta – e da tutta Italia, non solo dalla Toscana – si annuncia massiccia, esponenzialmente aumentata rispetto a tre mesi fa. Oltre ai rimborsi, chiedono anche nuove regole. Altro capitolo importante della partita sarà poi eliminare la discriminante tra pranzo e cena: "Che significa poter lavorare il giorno ma non la sera?".

Sono tante le rivendicazioni dei ristoratori, ormai messi in ginocchio dalla crisi prodotta dal covid e dalle decisioni del Governo, ultima quella del ministro Speranza che alla vigilia di San Valentino ha messo alcune regioni, fra cui la Toscana, in zona arancione, impedendo ai ristoranti di stare aperti e mandando in fumo le prenotazioni per il giorno degli innamorati.

I ristoratori chiedono di poter lavorare con riaperture a pranzo e cena, l’erogazione dei ristori, il pagamento immediato del bonus filiera, l’annullamento delle tasse per il 2020-21, decontribuzione e proroga ammortizzatori sociali. Nodi tuttora aperti. Il bonus filiera permette a chi ha aderito di ricevere una parte di rimborsi per le materie prime made in Italy non utilizzate dai ristoranti a causa delle chiusure. Ma finora di soldi i ristoratori ne hanno visti pochi. "La chiusura a poche ore da San Valentino per noi è stato un danno enorme – spiega Marrini -. Avevamo fatto delle ordinazioni particolari perchè il menù di San Valentino lo richiede e io ero piena. Tutto annullato e una perdita in denaro di un migliaio di euro per i prodotti acquistati e non utilizzati come gli astici blu".

Una situazione comune a tutti i ristoratori i cui territori sono finiti, in poche ore, dalla zona gialla a quella arancione. «Molti ristoratori toscani, soprattutto quelli delle zone più interne della regione, sono alla canna del gas – dice Marrini -. Non verranno a Roma perchè non hanno nemmeno i soldi per affrontare il viaggio. Noi faremo sentire la nostra voce soprattutto per loro". "Nel territorio grossetano - prosegue - l’estate ha permesso a molti di noi di recuperare qualcosa ma per le parti più interne della regione non è stato così".

I ristoratori non ce la fanno più ."Il 15 le tasse da pagare sono arrivate regolarmente – prosegue Marrini – ma c’è stato fra noi chi non ha potuto pagare perchè non ha i soldi. Molti pensano che noi ristoratori navighiamo nell’oro. Non è così. Siamo in grado di pagare tasse, tributi e bollette solo se lavoriamo".

"Un ristorante – aggiunge - anche se chiuso continua ad avere i suoi costi che non sono indifferenti. Affitti e bollette vanno pagati. Oltre alla Tari arrivata in questi giorni". «Se si protraggono le chiusure molti ristoratori non riapriranno più – conclude Marrini -. Per questo rimarremo in piazza fino a quando non verranno accolte le nostre richieste. Vogliamo lavorare in sicurezza ma lavorare".