"Covid e Aids: virus diversi ma tante analogie"

Il prete impegnato da sempre nel sociale, interviene in occasione della Giornata mondiale della Lotta all’Aids

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"In questi tempi così dolorosi e difficili segnati da una pandemia destinata a sconvolgere il nostro modo di relazionarci non può passare sotto silenzio la giornata mondiale della Lotta all’Aids". Inizia così Don Enzo Capitani, prete grossetano da sempre vicino agli "ultimi", direttore della Caritas e anche membro delle associazioni L’’Altra Città e La Strada. "Non è possibile che questa giornata passi sotto silenzio – aggiunge – perché ci sono troppe analogie: attenzione al rapporto con gli altri, paura del contagio, l’isolamento, la mancanza di un vaccino, presenza di altre malattie opportuniste, che peggiorano il quadro clinico. Eppure, i rimedi sono semplici per entrambe. Per l’Aids rapporti sessuali protetti, no scambio di oggetti per l’igiene personale, no al contatto con il sangue. Per il Covid: mascherine sempre e distanziamento. Due malattie nuove e conosciute entrambe parzialmente. Dell’Aids qualche anno fa si diceva con uno slogan ‘Se lo conosci, lo eviti’ era soprattutto un modo per combattere ed esorcizzare la paura. Oggi: ‘Andrà tutto bene’". Capitani prosegue approfondendo ancora di più la questione: "In questo momento il ringraziamento va a tutto il personale medico, paramedico, direzionale della nostra Asl Sud Est alla Croce Rossa, alla Misericordia, alla Humanitas per il loro impegno quotidiano con questa maledetta infezione che non vuol lasciarci in pace. Il nostro dolore per le vittime e i loro familiari, la nostra speranza per coloro che sono in quarantena, tutti colpiti da questa pandemia. Ma non possiamo dimenticare coloro che in Grosseto sono morti per l’Aids, così come non possiamo dimenticare i medici Giomi e Nencioni che hanno dato origine al reparto di malattie infettive tra i più apprezzati d’Italia; grazie a loro che hanno saputo creare dei team professionistici all’avanguardia, che hanno curato e continuano a curare i malati con la speranza che anche per l’Aids venga scoperto un vaccino, che sarebbe, come per il Covid, la panacea per tutti i mali che stanno affliggendo il mondo. Non possiamo dimenticare i volontari dell’Associazione La Strada – chiude Capitani – che sotto la spinta del reparto di malattie infettive si inventarono la prima assistenza domiciliare dove accompagnare alla morte chi non aveva famiglia o, semplicemente, era stato rifiutato. Nel frattempo a noi oggi spetta di tenere alta la gratitudine e la memoria su questo fronte e dare la solidarietà a chi è ne è colpito ancora oggi".