ANDREA CAPITANI
Cronaca

Controlli sui pescherecci: "Soldi per il fermo falso". Scattano due denunce

Nei guai un armatore e il capitano dell’imbarcazione che non aveva mai smesso l’attività in mare, ma erano stati ottenuti i contributi. Sei altre sanzioni.

Importanti controlli della guardia costiera hanno portato alla scoperta delle irregolarità nell’attività di pesca

Importanti controlli della guardia costiera hanno portato alla scoperta delle irregolarità nell’attività di pesca

Dichiarazioni false per ottenere fondi pubblici, denunciati il comandante e l’armatore di un peschereccio. Multate poi altre sei imbarcazioni. Avevano dichiarato il fermo della barca per ottenere indennizzi economici destinati alle unità da pesca a strascico soggette alla sospensione obbligatoria delle attività, ma le indagini della Guardia Costiera di Porto Santo Stefano, sotto il coordinamento della Direzione Marittima di Livorno, hanno rivelato che l’imbarcazione continuava a operare in mare. Comandante e armatore del peschereccio - che si presumono innocenti fino a quando la loro eventuale colpevolezza non sarà stata legalmente accertata con sentenza o decreto penale irrevocabile di condanna - sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Grosseto con l’accusa di indebita percezione di erogazioni pubbliche. I fatti riguardano il periodo che va dal 2021 al 2024.

La misura impone alle unità da pesca l’interruzione delle attività per un determinato numero di giorni all’anno, con l’obiettivo di tutelare le risorse ittiche e garantire l’equilibrio degli ecosistemi marini. Per mitigare l’impatto economico della sospensione, il legislatore prevede fondi pubblici destinati agli armatori e ai marittimi imbarcati sulle unità soggette a fermo che durante tale periodo non possono lavorare. Nel corso di quattro anni il comandante e l’armatore del peschereccio avrebbero falsamente attestato l’inoperatività dell’imbarcazione, presentando ripetutamente dichiarazioni di fermo pesca e ottenendo indebitamente aiuti economici per circa 20.000 euro. Circa 10.000 euro erano già stati erogati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, mentre il restante importo, ancora in attesa di liquidazione dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, è stato bloccato grazie all’intervento tempestivo dei militari della Guardia Costiera. Le verifiche sono state condotte attraverso sistemi di monitoraggio e localizzazione satellitare: il peschereccio, pur dichiarato come fermo in porto, ha continuato a operare in mare per 53 giorni, violando così le disposizioni ministeriali. L’indagine, anche ad altri pescherecci della marineria locale, ha portato alla luce ulteriori irregolarità. I controlli hanno fatto emergere violazioni per altre sei imbarcazioni per aver esercitato l’attività di pesca in tempi vietati.