REDAZIONE GROSSETO

Cala Galera, ultimo atto Il Porto resta alla "Marina"

Il Consiglio di Stato boccia il ricorso presentato dalla giunta Borghini che aveva impugnato la proroga concessa da quella guidata da Cerulli

Una sentenza che sembra placare i venti di guerra su gran parte dell’ambiente nautico di Monte Argentario, che comunque sarà destinata ad alimentare nuovamente quelli politici legati alle battaglie tra maggioranza ed opposizione. Il Consiglio di Stato, infatti, ha respinto il ricorso del Comune riguardante la proroga della concessione del porto turistico di Cala Galera che, nel 2017, era stata assegnata dallo stesso Comune, all’epoca governato dalla giunta guidata da Arturo Cerulli. Cambiato il sindaco, però, erano cambiate anche le intenzioni dell’amministrazione che con un documento del novembre 2018 aveva proceduto all’annullamento in autotutela di quell’atto amministrativo che, a seguito a questa sentenza, rimarrà invece invariato, spianando la strada all’utilizzo della struttura portuale da parte dell’attuale gestore, la Marina di Cala Galera, fino al 2050. Tale concessione era stata sottoscritta nel maggio del 1977 con la Capitaneria di porto di Livorno, allora unica competente in materia, e sarebbe dovuta durare fin al 2020. Ma nel 2017 era intervenuto l’atto dell’amministrazione Cerulli che aveva, appunto, accettato una richiesta di rideterminazione della durata della concessione in ottanta anni, in ragione di un considerevole aumento degli investimenti a suo tempo programmati per la realizzazione dell’intervento originario sul porto turistico. Ma nel 2018 l’amministrazione Borghini aveva proceduto al suo annullamento specificando che "era illegittimo, avendo rideterminato la durata della concessione demaniale in carenza dei necessari presupposti e che l’interesse pubblico concreto e attuale al suo annullamento prevaleva sull’interesse del privato."

Una tesi respinta prima dai giudici del Tar e poi da quelli del Consiglio di Stato a causa del ritardo dell’intervento del Comune argentarino che non avrebbe rispettato, andando oltre, il termine di diciotto mesi per procedere all’annullamento d’ufficio. Una sentenza che, inevitabilmente, vedrà un cambio di atteggiamento del Comune di Monte Argentario.

"Rimango convinto che la decisione formalizzata dal dirigente fosse corretta nella sostanza – ha commentato il sindaco, Francesco Borghini – ma appartengo alla linea di pensiero che ritiene che le sentenze si rispettano, a prescindere, così come gli organismi che li hanno emanati, a prescindere".

Le spese legali legate al ricorso al Consiglio di Stato sono state compensate anche se adesso ci sarà da vedere se ci saranno strascichi in sede civile ed anche quali sviluppi infrastrutturali a Cala Galera.

Sabino Zuppa