La Bottega delle idee. "Fare la sarta è un lavoro che amo, mi toglie ogni tristezza"

Elena Cucinotti ha il suo laboratorio e merceria in via Inghilterra a Grosseto: "Non sono tempi facili, le cose sono molto cambiate negli anni ma vorrei poter insegnare a qualcuno questo mestiere"

Elena Cucinotti nel suo negozio in via Inghilterra

Elena Cucinotti nel suo negozio in via Inghilterra

Grosseto, 21 marzo 2024 – ‘Sei metri di velo, colore del cielo. Quest’anno è di moda quaggiù,vedrai che bijou’. Impossibile non riconoscere di chi sia questa frase, ovviamente della fata madrina di Cenerentola, che con la sua bacchetta magica creò l’abito della principessa. Nella realtà, non è proprio così. Ha l’ago nella manica. Ma anche filo, forbici e metro. Per non parlare di un’infinità di idee che prendono forma con la creatività. Come due oche. Precisamente Guendalina e Adelina bla bla, le due oche degli Aristogatti che, per rimanere in tema di favole, sono le ultime realizzazioni, dei ferma porta. La mano è di Elena Cucinotti. Quante volte capita, di rompere una cerniera, fare un orlo ai pantaloni, stringere un capo? E chi, se non una sarta, può farlo? Se poi insieme alla passione unisci la fantasia non può che dare vita ad una ‘Bottega delle Idee’, un angolo di mercerie e sartoria di via Inghilterra. Mestieri dimenticati, la sarta.

Come è il suo presente e come sarà il suo futuro? Qual è la storia del negozio?

"È nata 13 anni fa. Prima sia merceria e sartoria insieme alla lavanderia, eravamo in due avevamo una società società. Poi mi sono messa in proprio. La passione mi è stata tramandata da mia mamma".

Tanti macchinari, fili di tutti i tipi, cosa succede dentro al negozio?

"Principalmente mi occupo di riparazioni, cucito creativo e rivendita di merceria. Il mio rifornitore è Enrico Neri. Mi è stato vicino in un momento difficile e mi ha detto di resistere. Mi ha dato la possibilità inoltre di vendere nella sua azienda. Purtroppo sto levando la lana che non è più ricercata come anni fa. Uno dei prodotti più venduti invece sono, contrariamente a quanto pensavo, le applicazioni termo adesive che io chiamo i rimedini ".

Com’è cambiato il lavoro negli anni e i macchinari?

"Prima vendevo di più, c’era più ricerca da parte dei clienti, il mercato ora si è un po’ fermato. Mi rincuora però il passa parola fra i clienti. Da Campagnatico, periodicamente viene una signora a fare la scorta di merceria per tutto il paese. I periodi migliori di sartoria sono i cambi di stagione e l’inverno. I macchinari di prima erano più semplici da usare ed erano più resistenti. C’è stato il passaggio da manuale al digitale. Ma hanno anche tanti aspetti positivi".

Il negozio è a due passi dall’ospedale…

"Sì, infatti tengo l’intimo perché i pazienti e i loro cari hanno come primo riferimento il mio punto vendita. Inoltre ho anche merceria per bebè, un piccolo reparto per i più piccoli, dove ho un buon giro di clienti".

Perché «Bottega delle idee»?

"Perché dopo che mi viene in mente un’idea, ne ho subito un’altra. Il nome nasce con riferimento alle scatole che hanno in casa le nonne con tutti i bottoni, fili e stoffe".

Cosa è per te il cucito?

"È terapeutico. Oltre ad essere la mia grande passione. Mi ha aiutata molte volte. Specialmente nei momenti difficili o quando sono triste, vengo sempre nel negozio per rilassarmi".

Qual è il futuro del negozio?

"Tempo fa pensavo di chiudere. Ad oggi ho rimescolato le carte in tavola e non ho ancora preso una decisione. Mi sono data tempo fino a dicembre. Avevo pensato di venderlo, ma ho un profondo legame con la mia bottega. Ne sarei gelosa e dispiaciuta se non fosse valorizzata. Mi piacerebbe tramandare ciò che ho imparato, se dovesse arrivare un giovane volenteroso lo accoglierei, per cedergli l’attività, seguendolo ovviamente i primi anni".

Una storia tutta da raccontare, fatta di cambiamenti, momenti difficili, ma anche di resistenza. Di chi tutti i giorni vuole girare la chiave della sua fantasia. Chissà, sembra che la "Bottega delle idee" abbia ritrovato la sua bacchetta magica.