Botte e minacce dalla madre: non era vero

La donna fu rinviata a giudizio e, dopo quasi otto anni dai fatti contestati, è stata assolta dalle pesanti accuse delle due figlie

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Grosseto, 23 gennaio 2020 - Avevano accusato la madre di averle maltrattate, insultate, picchiate, minacciate di morte e private della libertà personale. Le due ragazze all’epoca dei fatti, nel 2012, avevano una 14 e l’altra 17 anni. La madre, una donna straniera oggi 46enne, venne denunciata per maltrattamenti, lesioni personali aggravate e sequestro di persona. La donna fu rinviata a giudizio e dopo quasi otto anni dai fatti contestati è stata assolta dalle accuse. La più piccola delle figlie nella sua denuncia aveva raccontato di essersi gettata dal balcone di casa al primo piano della palazzina dove abitavano per sfuggire all’aggressione della madre che la stava minacciando con un coltello. La ragazza cadendo si procurò delle lesioni e fu ricoverata in ospedale. Un paio di mesi dopo, durante una lite, fuggì di nuovo dal balcone e andò a rifugiarsi a casa del padre, raccontando di essere stata di nuovo minacciata dalla madre.

Ma nel giugno dell’anno scorso, sentita durante il dibattimento, la ragazza, oggi 22enne, ha ridimensionato gli episodi. Nel frattempo lei è tornata a vivere con la madre e ha negato le accuse che otto anni prima aveva mosso contro di lei. Durante l’udienza la ragazza ha raccontato che i contrasti fra la madre, lei e sua sorella erano stati provocati dalle regole che la donna imponeva loro. Regole riguardo agli orari delle uscite serali e alla frequentazione di coetanei di sesso maschile, che le ragazze, in crisi adolescenziale, non accettavano di buon grado. Una crisi adolescenziale acuita dalla separazione dei genitori e a cui le due sorelle reagivano fuggendo da casa. Adesso la 22enne ha raccontato che le sue fughe non erano altro che un tentativo di sottrarsi alla vigilanza della madre. Ha raccontato che la donna non l’aveva mai minacciata con il coltello né tanto meno l’aveva aggredita. Lei si era calata dal terrazzo per raggiungere il padre, più permissivo sul piano educativo rispetto alla madre. A testimoniare a favore della donna era stato anche l’ex marito e padre delle due ragazze. L’uomo ha raccontato di non aver mai assistito ad episodi di maltrattamenti e violenze da parte della ex moglie di cui ha detto di apprezzare le capacità genitoriali.

A testimoniare a favore dell’imputata anche l’assistente sociale che si era occupata del caso all’epoca dei fatti e che ha sottolineato "l’impegno educativo e la dedizione con cui la donna seguiva le figlie minori nonostante le difficoltà economiche". Dunque le fughe della 14enne erano dettate soltanto dall’insofferenza verso le regole e non da presunti maltrattamenti. La ragazza ha negato anche di essere mai stata privata della libertà di uscire. Da qui la richiesta di assoluzione da parte del Pm Arianna Ciavattini. Richiesta accolta dal collegio giudicante presieduto da Adolfo Di Zenzo, giudici a latere Giovanni Puliatti e Gian Marco De Vincenzi, che ha assolto la 46enne, assistita dall’avvocato Luca Montemaggi, perché il fatto non sussiste.  

Angela D’Errico © RIPRODUZIONE RISERVATA