
Sono stati assolti perché il fatto non sussiste. E’ finito ieri mattina l’incubo giudiziario di Aristide e Marco Giannetti, fratelli e imprenditori grossetani, che erano stati accusati e portati a processo per il reato di bancarotta fraudolenta. In tribunale a Grosseto si è infatti celebrato il processo, iniziato tre anni fa. Il collegio, formato dal giudice Di Zenzo (Puliatti e Stramenga a latere), ha emesso la sentenza favorevole ai due imputati (l’accusa è stata portata avanti dal Pm De Marco) dopo tre lunghi anni. Secondo l’accusa Aristide Giannetti, difeso dall’avvocato Alessandro Maria Lecci (), come socio e amministratore della Giannetti Logistic and Service, società dichiarata fallita il 2 ottobre del 2013, avrebbe, in concorso con il fratello Marco Giannetti (difeso da Alessandro Maria Lecci e da Oliviero De Carolis), presidente del Consiglio di amministrazione di Autotrasporti Fratelli Giannetti, distratto, occultato e dissipato la somma complessiva di 72mila euro, ma anche altri soldi che provenivano da saldi mai versati ai fornitori. Entrambi sono stati assolti perché il fatto non sussiste (Aristide Giannetti) e perché completamente estraneo alla vicenda (Marco Giannetti). Secondo il giudice, che ha accolto la tesi difensiva dei legali, che sono stati supportati anche dalla consulenza di Roberto Vanni, nessuno dei fratelli si è accaparrato somme, distraendole dalle due aziende. E l’ipotesi della procura che i due fratelli avrebbero "svuotato" di risorse una delle due società per poi dichiarare fallimento anche dell’altra non regge anche perché il dissesto finanziario delle due aziende di trasporti avvenne soltanto per motivi economici e per la grave crisi finanziaria che attraversò il comparto in quel momento storico.
Le motivazioni della sentenza sono attese tra novanta giorni.