NICOLA CIUFFOLETTI
Cronaca

L’allarme di Coldiretti, clima, costi e predatori: "Le nostre imprese sono vicine alla resa"

Castelli si fa portavoce delle preoccupazioni delle imprese: "Una volta la Maremma era considerata il granaio d’Italia mentre oggi soffre per decisioni prese in altre parti del mondo"

Simone Castelli, presidente  Coldiretti Grosseto

Simone Castelli, presidente Coldiretti Grosseto

Grosseto, 12 marzo 2024 – Cambiamenti climatici, costo del grano, predazioni e animali selvatici. Il presidente di Coldiretti Grosseto, Simone Castelli, parlando con gli agricoltori della provincia raccoglie molte preoccupazioni. Partiamo dal clima.

"Quest’anno ci sono state pochi giorni di freddo – spiega Simone Castelli –, ma quello che un po’ mi conforta sono le piogge di questi giorni che se da un lato ritardano le attività in campagna, dall’altra parte servono ai nostri terreni. Anzi servirebbero più invasi, l’acqua andrebbe intrappolata con un’efficiente rete di bacini per mettere in sicurezza la stagione estiva".

Meglio piogge ora che in primavera inoltrata: "La pioggia è preferibile che arrivi ora piuttosto che a fine maggio o inizio giugno – dice Castelli –, la vite in quel caso tende ad ammalarsi di Peronospora".

Un inverno mite come quello che si sta per concludere non è però l’ideale. "Senza le temperature rigide – prosegue Castelli – i parassiti hanno vita più facile, riescono a superare l’inverno con più facilità".

Dal clima all’importazione del grano. "Un tempo la Maremma era il granaio d’Italia – prosegue –. Oggi i prezzi del grano, che si formano dall’altra parte del mondo, non sono remunerativi per gli agricoltori nostri. Oggi che facciamo i conti con un’economia connessa dobbiamo riuscire a convivere instaurando politiche locali in grado valorizzare le produzioni locali, partendo dalla realizzazione di filiere corte. Io sono dell’idea che dobbiamo tornare a dire dove viene prodotto il grano".

Per Castelli è importante valorizzare il brand Maremma. "Se un prodotto proviene dalla nostra terra dobbiamo marchiarlo con il nome Maremma che è sinonimo di grande qualità e numerosi controlli".

Il presidente di Coldiretti gira in lungo e largo la provincia, ha quotidianamente modo di parlare con gli agricoltori e dai dialoghi emergono spesso grandi problemi: per il settore ovicaprino, ad esempio, le predazioni mettono a rischio la sopravvivenza di molte aziende di allevatori.

"Questa è una questione prioritaria. I nostri agricoltori devono essere in grado di continuare a lavorare anche con la presenza dei predatori, altrimenti fra pochi mesi – spiega – il formaggio maremmano non sarà più fatto con il latte della Maremma".

Un altro problema che emerge parlando con gli agricoltori è la fauna selvatica incontrollata. "E’ un problema che tocca tutti. Da questo punto di vista c’è la revisione imminente del piano faunistico venatorio".

Infine non c’è la giusta remunerazione dei prodotti: "Sarebbe ideale lavorare su filiere di territorio – conclude Castel li – e applicare nuove politiche di marketing". Nonostante il quadro generale del settore agricolo non sia così vivace c’è un dato che lascia ben sperare. Sono oltre 540 le imprese agricole under 35 operative in provincia di Grosseto. E’ il numero più alto tra tutte le province. La multifunzionalità è una delle caratteristiche vincenti del ’modello Toscana’ che ha il maggior numero di imprese a livello nazionale, A fianco dell’attività agricola primaria, un buon numero dei nostri agricoltori hanno sviluppato un’attività connessa come l’agriturismo, le attività conto terzi, la produzione di energia alternativa, la trasformazione di prodotti o l’agricoltura sociale".

Nicola Ciuffoletti