"Aggressioni al personale sanitario La situazione è sempre più grave"

"Ancora un’aggressione ai danni di un professionista sanitario. Ogni giorno un operatore subisce un atto di violenza. Adesso basta: che si trovino soluzioni". E’ quanto chiede Paola Pasqualini, presidente provinciale dell’Ordine dei medici in seguito all’aggressionedi Pisa subìta da Barbara Capovani.

"Non possiamo più stupirci – commenta amaramente la presidente –: ogni giorno un professionista subisce una violenza, fisica o verbale. E le donne della categoria sono quelle maggiormente colpite. In Toscana, nel 2022, si sono verificate 1.258 aggressioni a medici e operatori sanitari degli ospedali, di cui 935 verbali e 323 fisiche, con conseguenti 193 denunce per infortuni. Non si tratta di casi sporadici, la Asl, le istituzioni locali e la Regione adesso devono agire a tutela del personale socio sanitario. Lo chiediamo da tempo e lo ricordiamo, la legge 113 del 2020 nasce da una nostra richiesta. Ma abbiamo capito, non basta. Adesso serve un cambiamento culturale, dobbiamo costruire un patto con i cittadini. Dobbiamo, tutti insieme, far capire alla popolazione che la nostra categoria non è la loro nemica, che anche noi subiamo le criticità che investono la sanità pubblica. La nostra professione è complessa e assolviamo un ruolo molto delicato perché siamo coloro cui si affidano le persone nei momenti difficili: ma come possiamo lavorare con serenità se ogni giorno accadono episodi di violenza ai danni di colleghi? Non siamo responsabili di ogni disservizio della sanità pubblica, siamo coloro che cercano soluzioni, che lavorano in situazioni di forte stress, che non prendono le ferie per presidiare il proprio reparto perché siamo sempre meno, perché molti di noi scelgono di lavorare nel privato, perché, specialmente a Grosseto, non si riescono a trovare medici interessati a operare nella nostra azienda. E non si tratta solo di casi di violenza ma anche del malessere dei pazienti e delle famiglie che si riversa in critiche pesanti, spesso ingiustificate, che vengono fatte attraverso i media o i social e che screditano la professionalità di noi operatori".