Aggredito dal cinghiale, muore dissanguato

L’incidente di caccia ieri sui boschi dell’Amiata. Giulio Burattini aveva 36 anni: l’animale ha reciso l’arteria femorale. Inutili i soccorsi

Migration

Era andato a caccia, come faceva spesso. Insieme alla sua squadra nei boschi di Bivio Terni, una zona di macchia che si trova non lontano da Castell’Azzara. Una mattina come tante altre trascorse nei boschi. Una giornata che però si è trasformata in una tragedia per Giulio Burattini, 36 anni di Castell’Azzara, uomo molto conosciuto perché lavorava alla Coop locale: è morto dissanguato nel bosco dopo essere stato attaccato e ferito mortalmente da un cinghiale. L’uomo, da una prima ricostruzione fatta dai carabinieri della Tenenza di Arcidosso, che hanno svolto gli accertamenti insieme ai colleghi della stazione di Castell’Azzara, si trovava alla "posta" come gli altri compagni.

Con sè aveva il fucile, benché la sua funzione all’interno della squadra fosse quella di "canaio", ovvero aveva il compito di indirizzare i cinghiale verso le postazioni dove si trovano i compagni di cacciata.

Ed è proprio durante questa operazione che l’uomo si è trovato improvvisamente di fronte l’animale inseguito dai cani. Burattini, quindi, ha imbracciato il fucile e ha esploso un colpo bloccando l’animale, che sembrava essere stramazzato al suolo perché colpito. In realtà non è stato così o – comunque – l’animale ha trovato le forze per riprendere la propria corsa in direzione dell’uomo che a quel punto non è riuscito né a sparare di nuovo né a difendersi in qualche modo, tanto che il cinghiale lo ha caricato e, dopo averlo travolto, con le zanne gli ha reciso l’arteria femorale della gamba destra.

I primi ad intervenire sono stati i compagni di battuta che hanno tentato di tamponare la perdita di sangue in attesa dell’arrivo dei soccorsi, ma l’emorragia non si è arrestata e quando è arrivato il personale del "118" – la centrale operativa aveva attivato anche l’eliambulanza "Pegaso" – il cuore del cacciatore si era già fermato. Il medico non ha potuto far altro che constatare il decesso e i carabinieri hanno quindi avvisato la Procura. Il sostituto procuratore Giampaolo Melchionna, ascoltata la relazione dei militari e del medico, non ha ritenuto necessario disporre l’autopsia, concedendo quindi il nullaosta alla sepoltura.

Giulio Burattini, marito e padre di una figlia di sette anni, era moto conosciuto sia in paese che nel comprensorio amiatino, sia per il suo lavoro come dipendente della Coop sia per l’attività del padre, ex veterinario ed ex consigliere comunale a Castell’Azara. La notizia della tragedia ha gettato nello sconforto l’intera comunità.

"Una disgrazia immensa – dice commosso il sindaco di Castell’Azzara, Maurizio Coppi –. Conosco molto bene la famiglia, soprattutto il padre, ex veterinario che è stato un consigliere comunale quando io ero assessore esterno. Giulio era un ragazzo d’oro, che lavorava, era amato e ben voluto da tutti. Un incidente che rimette in prima pagina la pericolosità di questi animali, che nel nostro territorio sono fuori controllo. Gli abbattimenti devono essere più frequenti perché i cinghiali sono sempre più aggressivi".

Matteo Alfieri