
Riccardo Tempestini di nuovo in Rari. Un vero e proprio ritorno al futuro?
"Diciamo così, seppure con altri presupposti".
Com’è nata l’idea?
"Già prima che esplodesse il caos del Coronavirus c’era in me il desiderio di fare qualcosa di importante per quella che considero ancora la mia società. Quella che mi ha visto crescere e insegnato molto sotto il profilo umano e sportivo permettendomi di raccogliere tantissime soddisfazioni, sia da giocatore di pallanuoto che da tecnico".
Idea maturata come?
"E’ stato durante un incontro a pranzo, fissato da tempo, col presidente Andrea Pieri. E’ lì che, alla luce anche della nuova e imbarazzante situazione, ho esternato la mia disponibilità, magari anche con l’aiuto di qualcun altro, ad aiutare il Club. Ad una condizione però".
Quale?
"Non dover tornare ad allenare. Non solo per i miei particolare impegni di lavoro, quanto per il fatto di avere in quel ruolo di aver già dato abbastanza".
Precisazione inoltre doverosa nei confronti di Luca Minetti?
"Senz’altro. Fortunatamente Luca ha già un suo impiego ed essersi assunto l’incarico di guidare, oltre la maschile dell’Under 20 anche la prima squadra, va solo ringraziato. Dimostra il grandissimo attaccamento ad una Rari purtroppo in grave crisi economica".
Insomma dovremo parlare di un Tempestini direttore sportivo?
"Meglio coordinatore tecnico".
Veniamo però al punto: sarà A1 o A2 per la maschile?
"Bel quiz, dal quale però mi tengo fuori. Entro le tredici di venerdì prossimo la società dovrà decidere se confermare la massima serie oppure optare per l’autoretrocessione. Problema arduo che spetterà al Consiglio direttivo della Rari risolvere mercoledì o giovedì".
Dal punto di vista monetario partecipare all’una o l’altra serie sembrano non esserci molte differenze?
"E’ così, ma bisogna valutare le conseguenze. Partecipare al massimo campionato con una squadra imbottita di giovani potrebbe essere scioccante, specie nei punteggi nei match coi Club di prima fascia, vedi Recco, Brescia, Ortigia, Sport Management. Ma direi anche Savona, Trieste e Roma. Altro pericolo, i discorsi relativi ad un raddoppio delle retrocessioni: da due a quattro riportando l’A1 maschile da 14 a 12 squadre".
Quindi i consigli di Tempestini dopo le partenze di Bini e Razzi e senza più alcun straniero?
"Dare comunque fiducia ai giovani facendoli giocare e maturare".
In prospettiva?
"Valorizzare la gran quantità di nuotatori dopo la fusione con la Florentia NuotoClub. Potrebbe essere un incentivo in più anche se, soprattutto per la pallanuoto, il problema principale resta quello di trovare una maggior solidità economica".
Ovvero?
"Un meccanismo di autonomia finanziaria da ricostruire nel tempo cercando al limite di sopperire all’eventuale mancanza di sponsor o aiuti di Enti Locali".
Intanto un altro nodo per la società: la riconferma della gestione della Sede principale della Rari, di Lungarno Ferrucci con la piscina "Gigi Raspini", che scade il prossimo 30 giugno.