
Ci sono molti motivi che fanno di quella viola una tifoseria unica per entusiasmo, fantasia, ironia, capacità di sostenere la squadra “nell’ora di sconforto e di vittoria”, come ci ricorda l’inno cantato da Narciso Parigi. Uno di questi è la capacità di prendere un successo ingiustamente sfuggito, trasformandolo in un’occasione per festeggiare e mostrare l’orgoglio di essere tifosi della Fiorentina. E’ il caso del quarantesimo anniversario dello scudetto del 1981-82, quello del testa a testa con la Juventus, quando arbitraggi “sfortunati” nell’ultima giornata, il 16 maggio 1982, tolgono ai viola il successo tricolore o, almeno, il diritto di disputare uno spareggio con ottime possibilità di vincere. La Fiorentina pareggia a Cagliari, la Juve vince a Catanzaro, game over.
E invece no. A Firenze si ricorda quella stagione come quella del terzo scudetto. Tra le varie iniziative organizzate per questo anniversario, c’è quella del Museo Fiorentina che ha realizzato un volume dedicato a quella stagione.
Un accurato lavoro della Commissione storia del museo, analogo a quelli fatti per i campioni d’Italia 1955-56 e 1968-69 proprio a significare che Firenze quello scudetto lo ritiene suo, vinto, al di là dell’assurdo annullamento del gol di Graziani a Cagliari e del metro generoso con cui venne giudicata una gomitata di Brio a Borghi nell’area juventina a Catanzaro. Il libro racconta tappa per tappa una stagione esaltante, ma anche drammatica (il grave infortunio di Antognoni in Fiorentina-Genoa del 22 novembre 1981) e rende onore con schede e interviste ai giocatori di quella bella Fiorentina della famiglia Pontello con Picchio De Sisti allenatore e campioni come Galli, Pecci, Graziani, Bertoni, lo stesso Antognoni. L’operazione, però, va oltre raccontando cosa era il calcio degli anni Ottanta e come Firenze ha vissuto quel sogno “spezzato“ ma non cancellato nel profondo dei cuori viola.