Roberto Davide Papini
Fiorentina

Morte di Beckenbauer, il ricordo di De Sisti: “Leggenda vera, che emozione quando disse che ero un grande giocatore”

“Picchio” e il “Kaiser” sono stati grandi protagonisti di Italia Germania 4-3 ai Mondiali 1970. “Lui si fece male, ma giocò fino alla fine con un braccio al collo”

E' morto Franz Beckenbauer

E' morto Franz Beckenbauer

Firenze, 8 gennaio 2024 – Alla presentazione, a Roma, dei Mondiali di calcio del 2006 (giocati in Germania e poi vinti dall’Italia), il padrone di casa era il grande Franz Beckenbauer, presidente della Federcalcio tedesca. Quando incrocia Picchio De Sisti (accompagnato dal figlio Marco) sorride e dice: “De Sisti, great player” (grande giocatore). L’aneddoto, raccontato da Marco De Sisti in un libro sul padre, è uno dei ricordi che Picchio (campione d’Italia con la Fiorentina, campione d’Europa e vice-campione del mondo con la Nazionale) ha del fuoriclasse tedesco (campione del Mondo da calciatore nel 1974 e da allenatore nel 1990) scomparso a 78 anni domenica 7 gennaio.

Cosa ricorda del calciatore e dell’uomo?

"Non c’è bisogno di me per descrivere le immense qualità che aveva come calciatore. Era un giocatore di enorme intelligenza, grande classe, correttissimo, mai un gesto fuori posto. Era

una leggenda vera. Grande giocatore e grande tecnico e ci sono riusciti davvero in pochissimi. Un esempio per tante generazioni di calciatori.

E fuori dal campo?

Era famoso per il suo rispetto verso tutti, una persona ammirevole in tutti i sensi

Vi incrociaste nella famosa Italia-Germania 4-3 a Città del Messico nei Mondiali 1970.

"Di quella partita emozionante e piena di colpi di scena ricordo che si fece male e restò in campo fino alla fine con un braccio al collo. Lo ammirammo tutti anche per questo.

Giocavate in ruoli diversi, ma avevate in comune il fatto di essere allenatori in campo.

"Be’, non paragoniamo il grande Beckenbauer al piccolo  De Sisti. Lui poteva giocare da libero, da mediano, sarebbe stato una splendida mezzala  aveva grande classe. Però, nel mio piccolo, è vero che nella Fiorentina ero un leader, una sorta di fratello maggiore per quasi tutti i miei compagni. Poi, dal punto di vista dei comportamenti credo di essere stato anche io sempre corretto e rispettoso con tutti”.

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