Fiorentina, squadra unita nel nome di Joe Barone. Il gruppo si affida ai suoi leader

Il capitano Biraghi parlerà allo spogliatoio, Terracciano ripartirà da quel rapporto speciale che aveva con il dirigente viola

Firenze, 26 marzo 2024 – Esperienza e carattere. Ma soprattutto la capacità di mettere questo a disposizione degli altri. E di farsi seguire. Qualcuno li chiama ’senatori’, altri li definiscono leader. Per tutti – specie per i più giovani o per chi sente la necessità di avere un punto di riferimento – sono una sorta di fratello maggiore con il quale (o i quali) condividere i momenti belli e (soprattutto) quelli più complicati della vita. Sul campo, come fuori.

Così nella Fiorentina che si prepara a ripartire sul campo dopo la tragedia della morte di Joe Barone, un ruolo fondamentale – accanto a Italiano – dovranno averlo quei giocatori che nello spogliatoio indossano bene i panni della guida. Del capo. Del capitano, come nel caso di Cristiano Biraghi.

Giocatore dal carattere forte, dalla personalità importante. Lui, Biraghi che quella promozione, quei gradi da capitano, se li è messi addosso dopo che il gruppo, lo spogliatoio, ha deciso di eleggerlo a punto di riferimento. Biraghi – anche dopo quel faccia a faccia ’personale’ con Commisso, sabato pomeriggio – parlerà al gruppo nei prossimi giorni, nelle prossime ore. Insieme a Italiano, certo, ma per rendere ancora più forte il messaggio della società e dell’allenatore che dal dramma di Barone vogliono far rinascere qualcosa di prezioso. Di magico. Appunto nel nome e nel segno del direttore generale.

Biraghi indossa e ha indossato con orgoglio e personalità la fascia che la Fiorentina ha dedicato ad Astori e ancora Biraghi farà sì che nell’atteggiamento e nelle sensazioni contrastanti e complicate che hanno vissuto i suoi compagni dallo choc di Bergamo in poi, la squadra possa raggiungere e tenere una compattezza decisiva a reagire in un momento tanto difficile.

Biraghi ma anche Terracciano e Milenkovic. Eccoli gli altri due senatori, leader silenziosi, della Fiorentina di oggi.

Il portiere, molto legato a Commisso e a Barone, ha vissuto i giorni del ricovero del dg a Milano in primissima persona. Poi il lavoro sul campo, quello accanto ai compagni di squadra che vedono in lui un esempio di professionalità. Terracciano, nonostante le mille volte in cui ha dovuto ripartire dalle retrovie per riprendersi il posto fra i titolari, lo ha sempre fatto con correttezza, determinazione e motivazioni che sono state d’esempio per lo spogliatoio.

Terracciano e appunto Milenkovic. Sì, il difensore serbo è il terzo dei leader della Fiorentina di Italiano. Lui la maglia viola la indossa da un’infinità di tempo e ha saputo scavalcare situazioni (anche personali) a volte complicate. Ha saputo mettersi in discussione e reagire e l’ha sempre fatto a testa alta. Con l’orgoglio e gli stimoli giusti. Quelli che Milenkovic ha consegnato e consegna ai compagni.

Colpito dal dramma di Barone, il difensore centrale fa parte di quei giocatori che nel vuoto di queste ore, di questi giorni che accompagnano la Fiorentina alla ripartenza, sanno tenere accesa la luce delle motivazioni e del sogno di fare qualcosa di bello e straordinario.

Anche e soprattutto nel segno di Joe Barone.

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