Fiorentina: Simeone-Chiesa, un caso da risolvere

I segnali lanciati in campo, i passaggi ritardati, il clamoroso errore in contropiede. La delusione del Cholito dopo l’uscita dal campo e la rabbia sfogata in panchina

Simeone e Chiesa: intesa da ritrovare

Simeone e Chiesa: intesa da ritrovare

Firenze, 11 novembre 2018 - Minuto 87 a Frosinone, Pioli richiama Simeone per Vlahovic e con la Fiorentina ancora in vantaggio il Cholito indossa lo sguardo della sconfitta personale dopo un’altra partita senza gol, l’ottava consecutiva. Occhi bassi, smorfia in canna, adrenalina da sfogare in panca accanto a Pjaca: chi è in campo vede il Cholito battere più volte i pugni sui sedili, al riparo della copertura. Le mani nei capelli – come testimonia la foto nel grafico – raccontano uno stato d’animo tutt’altro che sereno. Più ancora dello «zero» personale sembra che Simeone soffra il peso di un’evoluzione nei rapporti che in campo proprio non decolla. In particolare i collegamenti con Chiesa, che ancora una volta è stato uno dei giocatori più pericolosi della Fiorentina e ha offerto anche l’assist per il gol di Benassi, sono in fase ultra piatta.

E in campo i due giocatori non riescono a nascondere il loro stato d’animo, una lettura gestuale fin troppo chiara quando i passaggi non arrivano a destinazione e le occasioni si perdono per strada. Braccia allargate, sguardi laser: pochi gli scambi davvero sincronizzati fra i due, mentre al contrario dall’inizio della stagione sono stati molti gli episodi sciupati, non solo in contropiede. A Frosinone per esempio (75’) resta in mente il mancato passaggio di Simeone per Chiesa lanciato in progressione e libero a destra con la Fiorentina in superiorità numerica a caccia del 2-0: una clamorosa occasione sfumata con il passaggio corto del Cholito a Veretout sulla sinistra, con Chiesa innescato e incredulo dalla parte opposta.

Anche in questo caso braccia aperte e lancio di squardi. Pioli, in panchina, si sarebbe aspettato ovviamente un’evoluzione diversa. La sintonia fra i due giovani attaccanti è un «caso» da risolvere, anche se i quattro 1-1 consecutivi – con la Fiorentina sempre rimontata dopo essere stata in vantaggio – raccontano di un atteggiamento complessivo che non collima con l’immagine di una squadra capace di lottare «nel modo giusto» fino in fondo. Ci sono evidentemente limiti da individuare e risolvere all’interno di un 4-3-3 che si regge soprattutto sulle individualità, una in ogni reparto (Chiesa, Veretout, Pezzella). Anche il pareggio di Pinamonti è nato da un’azione che avrebbe potuto essere gestita diversamente: Gerson blando nella chiusura su Beghetto (due contrasti persi, poi trotto invece del tentativo di recupero) ed Edimilson ingenuo a chiudere su Soddimo lasciando il giovane attaccante libero di stoppare, portarsi avanti la palla e mirare l’angolo. Non quello alto, ma evidentemente il tiro era imprendibile per Lafont.

 

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