Nucci e Meli: il cast de La Traviata alla Fondazione Zeffirelli

Una piccola ma significativa delegazione, del grande teatro lirico, si è recata in perlustrazione della mostra: accolti dal suo presidente, Pippo Zeffirelli

Fondazione Franco Zeffirelli, Pippo Zeffirelli riceve i cantanti Nucci e Meli

Fondazione Franco Zeffirelli, Pippo Zeffirelli riceve i cantanti Nucci e Meli

Firenze, 24 settembre 2021 - «Sono emozionato, e non ho potuto trattenere la mia commozione: vedere questa meravigliosa fondazione unica al mondo dove c’è il cuore e tutto il lavoro di un grande come Franco Zeffirelli, mi ha dato una grande emozione. Io ho lavorato con lui molte volte, e rivedere bozzetti, scenografie e fotografie che rappresentano la mia vita, non nascondo che mi ha fatto venire i brividi». Così Leo Nucci baritono nel ruolo di Germont in Traviata adesso in scena al Maggio Fiorentino, durante la visita alla Fondazione Zeffirelli in piazza San Firenze.

Una piccola ma significativa delegazione, del grande teatro lirico, si è recata ieri in perlustrazione della mostra: accolti dal suo presidente, Pippo Zeffirelli. Con Nucci anche la moglie Adriana, lei stessa cantante lirica, il tenore che il mondo ci invidia, Francesco Meli che in Traviata è Alfredo, e Paolo Klun ufficio stampa del maggio fiorentino. Le stanze della Fondazione illustrate dal suo presidente nei dettagli storici e cronologici che rappresentano non solo la storia tutta delle arti dello spettacolo, ma anche un sentimento forte e primitivo: la gioia personale di saper ritrovare in quell’arte una parte di se stessi. «Non credevo che potesse esistere un museo come questo – ha ammesso Francesco Meli – posso dire soltanto che quel che ha lasciato Zeffirelli è in qualche modo anche dentro di me e arricchisce il mio lavoro, anche se non ho avuto la fortuna di lavorare con lui. E’ stata un’emozione grandissima, difficile da provare». Un percorso unico nella cultura alta e nello stesso tempo sempre formativa e a contatto con la gente, proprio come il Maestro diceva. «Come se il non poter lavorare nell’arte dello spettacolo – ha detto Pippo Zeffirelli – sia tra queste pareti il senso incombente di un tempo sempre più da vivere e condividere nel nome del Maestro».

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