
Simone Rubino
Firenze, 20 febbraio 2020 - Dal camioncino sul quale gira l’Europa, il percussionista torinese Simone Rubino, come una Mary Poppins musicale, tira fuori di tutto e riempie il palcoscenico con strumenti di ogni forma, misura, materiale, provenienza geografica. Alcuni tradizionali, altri fatti costruire su sua indicazione. Durante i concerti è un acrobata che salta da uno strumento all’altro, mirabile nel suono e ciarliero con il pubblico negli intervalli fra i brani perché il suo bisogno di comunicare è torrenziale. Rubino suscita effervescenza in sala, ha una passione per il nuovo repertorio ed è ‘complice’ dei compositori Avner Dorman, Adriano Gaglianello, Aziza Sadikova e Carlo Boccadoro che ha scritto per lui “L’elettricità dei sogni” per percussioni e orchestra, eseguito in prima assoluta stasera alle 21 al Teatro Verdi, con Daniele Rustioni sul podio dell’Orchestra della Toscana per il ciclo Classici di oggi. «La collaborazione con i compositori è una fortuna, perché riusciamo a cambiare la tecnica delle percussioni, un processo ancora in evoluzione. Non è come per il violino, la cui tecnica è stata messa a punto già da Paganini – spiega Rubino –. Con le percussioni può accadere che domani arrivi un bambino talentuoso e riesca a fare ciò che non si era mai sentito. Si tratta di trovare il linguaggio più adatto che aiuti a esprimere l’idea o i colori musicali che un autore vuole. I pezzi che stiamo componendo oggi faranno parte della storia della musica per percussioni, di un repertorio che avrà bisogno di cento o centocinquanta anni per diventare denso di letteratura, come quella di altri strumenti". Nella seconda parte del concerto, il direttore principale dell’Ort dirigerà la Sinfonia n.4 in mi bemolle maggiore Romantica di Anton Bruckner.