Firenze, 19 gennaio 2018 - La felpa, la magliettina nera, una chitarra e sullo sfondo una libreria. Come si cantavano le canzoni da liceali in camera o davanti a un falò? Ecco in questo esatto stile che, diciamolo, è molto, molto pieraccionesco e per questo piace da matti, Leonardo Pieraccioni con quell'espressione un po' così, tra l'assonnato, il disilluso e l'annoiato, e con la barba incolta, ha messo in rete "La Ballatina delle Promesse elettorali" che sta facendo come si dice tra i social, un botto di click.
Il perché è presto detto: con la sua nota semplicità e la sincerità di uno che non te le manda a dire ha messo insieme delle parole che hanno aperto - e stanno aprendo - una specie di mondo tra la nebbia delle parole che ti propinano tutte le reti a qualunque ora. Tra noi ormai vittime di queste presenze e di questi discorsi e fra tutti quanti, nessuno escluso, si sente con rassegnazione ancora preso in giro dalla politica.
Ecco il testo:
La Ballatina delle Promesse elettorali Ti levo il canone, l'Imu e la tassa di successione ti levo l'umidità in casa e ti regalo un panettone alla frontiera entreranno solo quelli pettinati rimando indietro quelli con gli occhi storti e i maleducati Ti porto in ferie due mesi a spese dello Stato sulla patente ti ridò i punti che t'avean levato ti allungo di tre ore la pausa del mattino e se mi voti ti allungo anche il pisellino Poi vinco, e di te lo sai non mi ricorderò è questa l'unica promessa che manterrò
Capito perchè così tanti click? Sarebbe bello che qualche politico la prendesse come vessillo tra le cose da non fare.
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