Virgilio, il bronzo paralimpico della "siciliana doc" nata a Firenze

"Sono nata a Bagno a Ripoli, in provincia di Firenze, per la mia patologia che è la spina bifida, ma sono una trapanese doc"

Maria Andrea Virgilio con la medaglia (Ansa)

Maria Andrea Virgilio con la medaglia (Ansa)

Tokyo, 30 agosto 2021 - Nella finale per il bronzo del compound open, sotto il sole cocente allo Yumenoshima Park, Maria Andrea Virgilio batte la russa Stepanida Artakhinova per 142-139 e sale così sul terzo gradino del podio a cinque cerchi. Si tratta della ventottesima medaglia azzurra alla Paralimpiade di Tokyo, la prima per il tiro con l'arco paralimpico dopo le due conquistate all'Olimpiade. Le emozioni di Maria Andrea Virgilio: "Questa medaglia mi ha ripagato di tutti i sacrifici fatti in questi anni, per cui ringrazio l'Asd Diamond Archery di cui è il presidente è Guglielmo Fuchsova che è anche il mio tecnico. Sono nata a Bagno a Ripoli, in provincia di Firenze, per la mia patologia che è la spina bifida, ma sono una trapanese doc. Mi sono già arrivati tanti messaggi, a casa sono impazziti per questa medaglia, non hanno dormito la notte. Le dediche? Preferisco farle in privato". La trentaseienne siciliana poi ricorda il cammino che l'ha portata sul podio: "L'incontro più difficile è stato quello con la mia compagna di stanza Eleonora Sarti ai quarti di finale, soprattutto dal punto di vista nervoso anche perche' siamo amiche. Con lei abbiamo parlato prima della gara e le avevo chiesto qualche consiglio perche' lei aveva piu' esperienza di me, avendo già fatto Rio"

"Questa medaglia l'avevo sognata, essendo siciliana sapevo come combattere il caldo e l'ho patito molto meno di altre. Bello finalmente battere la russa che mi aveva sempre sconfitto in passato e che ci aveva escluso anche nella gara a squadre di ieri (con Matteo Bonacina; ndr) ai quarti di finale allo shoot-off". Sorride Guglielmo Fuchsova, per tutti "Willy", che segue l'azzurra come allenatore da quasi nove anni, oltre ad essere il ct della Nazionale azzurra a Tokyo: "L'abbiamo conosciuta per caso grazie a un progetto organizzato dal Cip all'interno di un centro di riabilitazione all'Aias di Pacheco, in provincia di Trapani. Le abbiamo fatto provare diversi sport come il tennistavolo e l'atletica, ma quando ha cominciato col tiro con l'arco abbiamo capito subito che era quella la sua disciplina".

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