
Ornella Muti con la figlia Naike Rivelli in ‘La governante’
Firenze, 24 gennaio 2019 - E’ la storia di un dramma ante litteram «La governante», opera di Vitaliano Brancati scritto nel 1952 nel quale viene affrontato il tema dell’omosessualità al femminile. Una storia intrecciata fin da subito con i limiti imposti dalla censura dell’epoca. Saranno Ornella Muti e Enrico Guarnieri i protagonisti al Teatro Garibaldi di Figline – sabato 26 e domenica 27 gennaio – di questa nuova edizione de «La governante» per la regia di Guglielmo Ferro. Scritto nel 1952, il testo venne immediatamente avversato. Brancati, scrittore, sceneggiatore e drammaturgo italiano, morì nel 1954, nove anni prima che lo spettacolo riuscisse finalmente a debuttare.
Dalla prima rappresentazione, avvenuta a Parigi nel 1963, sono trascorsi oltre cinque decenni e varie fasi si sono susseguite nella politica della nostra società e nella sua capacità di relazionarsi con un tema considerato all’epoca fin troppo scottante.
A vestire i panni che furono della divina Anna Proclemer, moglie di Brancati e protagonista del debutto italiano dello spettacolo – avvenuto nel gennaio 1965, dopo l’abolizione della censura – sarà Ornella Muti, che da qualche anno a questa parte ha scoperto con successo personale il fascino del palcoscenico. Con un attore di rango come Enrico Guarnieri, la popolare attrice italiana calcherà le scene in una versione un po’ speciale de «La governante» con le musiche di Massimiliano Pace. Sul palco Ornella Muti è Caterina Leher, governante francese assunta nella casa di Leopoldo Platania, il personaggio interpreto da Enrico Guarneri. Lei, calvinista, considerata un modello d’integrità, rappresenta una donna che tiene nascosta la propria omosessualità, vivendola come una colpa. E sarà proprio questo uno dei segreti che la spingeranno verso una scelta fatale e definitiva.
Nel cast anche Nadia De Luca, Rosario Marco Amato, Caterina Milicchio, Turi Giordano, Rosario Minardi e la figlia dell’attrice, Naike Rivelli. Un ritorno proprio al teatro Garibaldi per Ornella Muti, che nella stagione 2011 è stata protagonista del «L’ebreo».
Lo spettacolo è imperniato sui micidiali danni che la calunnia e il pregiudizio possono arrecare alle persone. Il messaggio è questo: a nulla valgono i rimorsi di coscienza. E le parole non sono mai del tutto evanescenti, ma volano di bocca in bocca, propagandosi a macchia d’olio e annientando la persona oggetto di queste illazioni. Scritto nel 1952 è un testo di bruciante attualità: non a caso Brancati è considerato colui che ha meglio ha rappresentato le commedie italiane, del fascismo e dell’erotismo in rapporto tra loro e come a specchio di un Paese.