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Il video "Canto anch'io": "Jacopo Melio ci ha dato una grande lezione di vita"

Firenze, parla Lorenzo Baglioni, l'autore del video girato per l’associazione «Vorrei prendere il treno»

Lorenzo Baglioni e, a fianco, un momento del video con Iacopo Melio

di Titti Giuliani Foti

Firenze, 14 ottobre 2015 - «Jacopo Melio non lo conoscevo finchè non mi ha chiamato perché aveva visto il video ‘Le ragazze di Firenze’, la cover di Marasco. All’inizio mi ha scritto chiedendomi di aiutarlo a divulgare un messaggio di sensibilizzazione contro le barriere architettoniche. Poi ci siamo trovati noi due, capiti subito e diventati amici. E’ stato un secondo». Ha 29 anni il matematico più easy del mondo: Lorenzo Baglioni, un ciuffo di capelli scuri, gli occhi vivacissimi, un seguito quasi incredibile sui social. Nato a Grosseto, vissuto a Greve, stabilitosi a Firenze: si è affrancato dalla laurea perchè il mondo dello spettacolo gli è venuto incontro un po’ per scherzo, un po’ per davvero. «No, non avevo il sacro fuoco. Almeno non credevo. Poi tutto è cambiato».

Accantonato anche il dottorato di ricerca, che lo abilita all’insegnamento della materia più odiata dagli studenti, quel che faceva da ragazzino gli è tornato su: il suono della chitarra classica, per esempio, le canzoni, per esempio. Le intuizioni, per esempio. «Ci sono incontri che cambiano la vita – dice sorridendo – uno di questi è stato con Jacopo Melio». Dopo spettacoli come Selfie – scritto col fratello Michele, con cui lavora da sempre –, le scanzonate cover di canzoni che in milioni vanno a rivedersi su YouTube, Lorenzo Baglioni è diventato un big. «Per carità – dice –. Io mi sento normalissimo, altro che big. Non ho fatto niente di eccezionale».

E anche se non è l’ambizione l’antidoto all’immobilità, a quel pensar corto per paura che troppo rapidamente tutto scorra e ci possa travolgere, Lorenzo ha fatto qualcosa di grande. Questo video contro le barriere architettoniche cantato sulla falsa riga di «Vengo anch’io, no tu no» di Jannacci. Rivisto e corretto, dal titolo: «Canto anch’io».

Ci racconta di Jacopo Melio?

«Abbiamo giocato con il nome della sua associazione ‘Vorrei prendere il treno’ contro le barriere architettoniche. Con lui ho conosciuto da vicino cosa sia la condizione di chi non ha parole e non può farsi sentire. L’unica cosa che mi ha chiesto Jacopo che studia Scienze Politiche al polo di Novoli, è stato: ‘facciamo qualcosa che sia divertente’. Ci abbiamo pensato, con mio fratello e ci è venuta in mente la canzone di Jannacci».

Qualche frase della vostra versione?

«‘Si potrebbe andare tutti quanti al mare a Viareggio. Si può prendere il treno alle 9 e siam lì alle 10 e 10 , ci si ferma al bar a comprare la schiaccia coi ceci. Ah, già che scemo. C’è qui Jacopino che non ce la fa. E lui dice: ‘Vengo anch’io’ e noi: ‘Eh, non si può’. Ho cercato di addolcire il no-tu-no . E poi: ma perchè? Perchè c’è il treno è un casino».

Jacopo nel video è bravissimo.

«E’ vero: quello che gira su Youtube è la prima ripresa, Jacopo è stato fortissimo. Abbiamo preso questo video, girato al parco di San Donato in un’ora, dietro l’Università di Firenze, e l’abbiamo solo caricato su Facebook. La cosa inaspettata è che la gente ha avuto piacere nel diffondere il messaggio di Jacopo tramite il video. Bello, disincantato e senza retorica: secondo me è stato veramente bravo. E ha dato una grande lezione di vita anche a tutti noi».

Parliamo di persone che comunque soffrono.

«Acoltando Jacopo mi sono accorto che si tende a sottovalutare un mondo intero. E non è giusto: è un po’ mi prometto sempre di fare qualcosa per far conoscere tante situazioni di persone che hanno un quotidiano difficile. Perché vivere attentamente è vivere al presente: è questo il messaggio di Jacopo».