7 maggio, la giornata del lavaggio delle mani. Sos tra gli italiani: lo fanno sempre meno

L’indagine su questo gesto semplice ma salvavita rivela che, finita l’emergenza Covid, è sempre meno praticato, soprattutto dagli uomini e dagli over 65

La Giornata del lavaggio delle mani (Foto Ansa)

La Giornata del lavaggio delle mani (Foto Ansa)

Firenze, 7 maggio 2024 – Non smettere mai di informare, formare e sensibilizzare tutti, grandi e piccini, pazienti e non, in ospedale e fuori, alla cultura della corretta igiene delle mani. Perché, proprio le mani, rappresentano il principale veicolo per la trasmissione di infezioni. È questo l’obiettivo della Giornata mondiale dell'igiene delle mani, ricorrenza promossa dall'Organizzazione mondiale della sanità e che ricorre oggi.

Una pratica che può sembrare banale, e che proprio per questo può venire trascurata. E invece può salvare tante vite umane, milioni. Ma gli italiani, dopo la pandemia, hanno calato l’attenzione. È quanto emerge dall’indagine condotta dai ricercatori della Cattolica e dell’istituto Bilendi, in collaborazione con gli specialisti della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Romasolo: un italiano su due (54%) dichiara che lavarsi le mani è diventato più importante con la pandemia (-9 punti percentuali anno su anno) e se l’anno scorso il 55% intervistati affermava di lavarle più frequentemente, quest’anno la percentuale è scesa al 45%. Col pericolo Covid alle spalle, il 22% del campione ha ammesso di aver ridotto il lavaggio delle mani. Il sapone è utilizzato dal 97% degli intervistati (-2 punti percentuali), con una maggiore diffusione del sapone liquido (87%) rispetto alla classica saponetta (32%).

L’utilizzo di gel e salviette risulta meno frequente: il 25% degli intervistati usa gel igienizzante (-4 punti percentuali rispetto allo scorso anno) e il 7% le salviette.Sono le donne a lavarsi le mani più frequentemente degli uomini, con una media di 7,1 volte al giorno rispetto alle 6,3 dei maschi. Altro dato che stupisce è che gli over 65, rispetto ai più giovani, tendono a lavarsi le mani meno frequentemente. Eppure è la prima regola igienica che viene insegnata ai bambini, oltre ad essere anche un preciso obbligo da rispettare per i medici. Tuttavia il modo corretto è noto a pochi, tanto da costringere gli ospedali a realizzare campagne ad hoc. Spesso si dedica al lavaggio delle mani pochi secondi nella convinzione che ciò sia sufficiente ad averle pulite. Ma non è così. Le mani sono, infatti, un ricettacolo di germi: circa il 20% è rappresentato da microrganismi non patogeni, che risiedono normalmente sulla cute senza creare danni. A questi, però, possono aggiungersi virus e batteri che circolano nell'aria o con cui veniamo in contatto in diverse occasioni.

Una corretta igiene delle mani è fondamentale per gli operatori sanitari perché riduce la diffusione delle infezioni ospedaliere. Queste le indicazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità e dal Centro per il controllo delle malattie di Atlanta. Prima regola. Utilizziamo sempre il sapone, preferendolo liquido e usiamo acqua corrente preferibilmente calda. Seconda regola. Applichiamo il sapone su entrambi i palmi delle mani e poi strofiniamo bene per almeno 40-60 secondi il dorso, tra le dita e nello spazio al di sotto delle unghie perché qui i germi si annidano più facilmente. Ai bambini piccoli possiamo insegnare a lavarsi le mani facendogli cantare per tutto il tempo una canzoncina/filastrocca che duri circa un minuto. Terza regola. Risciacquiamole abbondantemente.

Quarta regola. E' preferibile asciugare le mani con carta usa e getta o con un dispositivo ad aria calda oppure con un asciugamano pulito, strettamente personale. Quinta regola. Ricordiamoci di non toccare rubinetti o maniglie con le mani appena lavate: se dobbiamo farlo usiamo una salviettina di carta che poi getteremo nella spazzatura. Sesta regola. Per prevenire eventuali irritazioni dovuti a detergenti troppo aggressivi o a lavaggi troppo prolungati, applichiamo eventualmente una crema o una lozione idratante.

Maurizio Costanzo 

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