
Pantaleo Corvino, direttore generale dell'area tecnica della Fiorentina (Germogli)
Firenze, 25 novembre 2017 - Tante telefonate nell’ora di «microfono aperto» fra i lettori della «Nazione» e il direttore generale dell’area tecnica viola, Pantaleo Corvino. Tante anche le critiche per una campagna acquisti e cessioni che non ha convinto tutti (anche per la tempistica degli arrivi), ma sempre con il tono giusto e nel nome di quello che ognuno ha ripetuto prima di parlare con il dirigente viola: l’amore per la Fiorentina. Partendo da qui – la passione condivisa che sta vivendo un momento delicato – sono stati affrontati tutti gli argomenti di cui parlano i tifosi: la rivoluzione tecnica dopo la smazzata estiva, i tanti soldi spesi a fronte di rinforzi che non sempre hanno trovato posto in prima squadra, la delusione per le prestazioni altalenanti della squadra, il timore che la proprietà si sia allontanata definitivamente da Firenze. E Corvino ha risposto a tutto.
Il mercato: «Abbiamo investito 75 milioni per rinnovare il gruppo. Venti sono per giovani promesse: è coraggio aziendale».
LA RIVOLUZIONE dei giocatori. E anche dei soldi: più di 100 milioni di incasso, 75 quelli spesi. Bene? Quasi tutti i lettori hanno rivolto la stessa domanda, avanzando dubbi e timori. Corvino ha spiegato: «Tanti protagonisti del vecchio ciclo volevano andarsene, qualcuno ce l’ha detto con lealtà e altri un po’ meno.... Abbiamo italianizzato la rosa e abbassato l’età media: cinquantacinque operazioni di mercato in tre mesi, un ritmo vorticoso, pazzesco. E’ presto per giudicare soprattutto giocatori che non sono stati utilizzati, ma sui quali puntiamo in prospettiva una volta trovata l’identità di squadra. Su 75 milioni ne abbiamo investiti oltre 20 per giovani talenti, alcuni dei quali non sono ancora con noi... Avremmo potuto fare miglior figura scegliendo un giocatore conosciuto e pronto per la prima squadra, ma invece la scelta è stata quella di pensare anche al futuro con un serio piano aziendale».
Il monte ingaggi: «Lo abbiamo ridotto a 36 milioni, un taglio obbligato. Ora c’è equilibrio finanziario. Potranno salire a 50».
Il RIDIMENSIONAMENTO del monte ingaggi e quindi anche del resto? E’ un altro argomento presente nelle domande dei nostri lettori. Quasi un’ossessione, quella di una Fiorentina che perde ambizioni e declina nell’anominato. «Abbiamo ridotto gli stipendi a 36 milioni – ha risposto Corvino – per esercitare un necessario equilibrio finanziario dopo un periodo di sofferenza. Ma questo fa parte del passato. La nuova situazione ci permette di guardare al futuro con una nuova prospettiva, posso anticipare che in un periodo di tempo ragionevole potremo permetterci di alzare nuovamente il monte ingaggi a 50 milioni. Ogni azienda deve tenere ben presenti i parametri che le consentono di restare virtuosa e noi li abbiamo ripristinati. Da ora, in un certo senso, ripartiremo».
Il momento della squadra: «C’è bisogno di tempo. Critiche a Pioli? Non ci sto»
BUONE PARTITE, altre meno. La Fiorentina in campo non convince del tutto e c’è chi fra i nostri lettori critica Pioli. Corvino risponde: «Il passato di Pioli parla per lui, è un bravo allenatore. Certamente non è stato favorito dai tempi del mercato, e qui ci prendiamo le nostre responsabilità, ma fino alla partita contro la Roma eravamo al settimo posto dopo una rivoluzione totale. C’è bisogno di tempo e di lavoro, la squadra ha valori e gioca sempre con generosità. E’ importante aver creato le fondamenta, starà a noi migliorarle attraverso scelte mirate e di qualità. Troppi 8 milioni per Vitor Hugo? Noi lo consideriamo un giocatore di alto livello, è fuori perché davanti ha trovato Pezzella. Lo stesso per Milenkovic, uno dei giovani difensori più interessanti in Europa».
Il rapporto con la proprietà: «I Della Valle amano Firenze, non venderanno. Spero di rivederli in città. Rispettano i tifosi».
I DELLA VALLE che intenzioni hanno? Così Corvino: «Noi li sentiamo vicini, si comportano da proprietà presente». C’è però un piccolo particolare: da tempo i proprietari non si vedono allo stadio e a giugno hanno formalmente messo in vendita la società. Anche per questo il rapporto con una parte significativa dei tifosi sta vivendo un periodo di crisi. Il Dg viola aggiunge parole importanti: «Proprio perché ho l’opportunità di sentirli, assicuro che il loro amore per Firenze è rimasto lo stesso. Non hanno intenzione di passare la mano. Se c’è stata amarezza, questa non ha riguardato assolutamente i tifosi che hanno dimostrato di amare la squadra standole vicino, sempre. A Ferrara erano addirittura in duemila, queste sono manifestazioni di attaccamento che non passano inosservate...». Già, ma perché allora non riavvicinarsi a Firenze, che nonostante tutto ha sempre un grado di passione così alto? «Proprio perché so qual è il loro amore per la città, mi auguro che ci sia l’occasione di rivedere i Della Valle a Firenze. Ho sempre pensato che la vera forza nel calcio sia l’unione fra i tifosi e la proprietà. Gli altri passano, compresi i giocatori e i dirigenti, ma la società resta. Vorrei lo capisse chi si alza la mattina per criticare e lo fa su tutto, per 365 giorni all’anno. Ma proprio perché lo fa per partito preso non mi illudo».
Il tormentone dei terzini: «Mi prendo la responsabilità. Faremo di tutto per migliorare».
LA TELENOVELA dei terzini. In tanti hanno insistito su questo concetto. Gaspar, Biraghi, Laurini e Maxi Olivera non entusiasmano, soprattutto a fronte di una carenza che si è riproposta dopo anni. Così Corvino rispondendo in particolare alla domanda di Cesare da San Marcello Pistoiese: «Gli esterni bassi? Mi prendo ogni reponsabilità, anche se guardando le altre squadre potete capire che c’è carenza in questi ruoli. Comunque accetto la critica, può darsi che stia perdendo qualche colpo... Vi assicuro però che è difficile trovare esterni difensivi che siano completi nelle due fasi. Tutto è migliorabile e proveremo a muoverci a gennaio, anche se per esperienza so che in quella sessione di mercato non sarà facile trovare le soluzioni giuste».
Trattative e rinnovi: «Pezzella riscatto a giugno. Aspettiamo l’ok da Badelj».
IL COLPO Pezzella è stato fra i più apprezzati, anche perché nessuno si aspettava un rinforzo di questo spessore in un settore in cui Corvino e Freitas avevano già investito tanto (8 milioni per Vitor Hugo, 5 per Milenkovic). Queste le parole del dg viola a proposito del difensore argentino, psul quale i viola potranno esercitare un’opzione da 10 milioni: «I tempi per il riscatto di Pezzella sono stati fissati a giugno, c’è molta chiarezza in proposito». E poi su Badelj: «E’ un ragazzo straordinario, uno di quelli che la scorsa estate ha chiesto di restare con noi. Abbiamo massimo rispetto per lui, Badelj sa benissimo che siamo pronti per presentargli la proposta si rinnovo. Dovrà essere lui a dirci quando vorrà mettersi a sedere per parlarne».
Le strategie per i contratti: «Chiesa meritava un riconoscimento. Astori? Non c’è fretta»
FEDERICO CHIESA, il talento emergente della Fiorentina. Di questo ne sono convinti tutti, comprese le società che si sono fatte avanti per averlo (il Napoli la scorsa estate è arrivato a offrire 40 milioni). Il Dg viola spiega l’adeguamento contrattuale, un balzo in avanti verso lo stipendio top: «Ci eravamo già mossi qualche mese fa rinnovando l’accordo fino al 2021, poi a fronte delle prestazioni del ragazzo abbiamo ritenuto doveroso aumentare il suo ingaggio, prolungando il contratto fino al 2022. Ci ha convinto il livello delle 30 partite che Chiesa ha giocato da titolare». Sempre in tema di rinnovi, una domanda ha riguardato anche il capitano Astori: «Per lui vedremo, c’è ancora tempo perché l’accordo è lontano dalla scadenza, ci sono altre priorità». Per esempio Babacar? «In questo momento dobbiamo restare concentrati, stiamo valutando le prestazioni di tutti. Il nostro obiettivo è costruire qualcosa di importante partendo dalle nuove fondamenta, dobbiamo capire chi fra questi giocatori meriterà la riconferma».