"Un'infezione latente". Da Dante al noir, arriva il nuovo commissario Tanzarella

Da Dante al noir, i tre romanzi di Ettore Catalano

Ettore Catalano

Ettore Catalano

Firenze, 29 novembre 2020 - Ettore Catalano è un professore dell'Università del Salento, un vero investigatore letterario, che conosce bene il canone delle ricerche classiche, coltivate con rigore, ma curioso di capire, provincia per provincia, quali sono gli autori che hanno caratterizzato nel tempo la cultura di un territorio, ad esempio ne 'La letteratura del Novecento in Puglia' ne 'Le rose e i terremoti' o in 'Strategie di scrittura nella letteratura italiana' da Dante ad Andrea Pazienza: una vera miniera, un fiume talvolta sotterraneo eppure vivo. Ed è un fiume che attraversa le città.

“Con Firenze ho un legame dantesco – spiega - In un mio libro ho inserito molte letture di Canti della Commedia e naturalmente conoscevo i colleghi italianisti della scuola di Lanfranco Caretti. Sono riconoscente alla Toscana perché qui mi è stato assegnato un premio per la saggistica nel 2005, Il Molinello d'oro”.

Questo suo talento esce ora dai canali accademici e approda alla narrativa diretta. Catalano cioè ha dato vita a un commissario, Donato Tanzarella, colto e scanzonato, alle prese con le declinazioni del vivere, del morire, dell'amore e del delitto, nella provincia brindisina, a Ostuni. Una scrittura magnetica e attrattiva, che dà prova di sé, dopo 'Rosso Adriatico. Il delitto della Lamia' (2018), in 'Una mare di follia' (2019) e ora con 'Un'infezione latente', appena dato alle stampe da Progedit, editore anche degli altri due nella collana 'Indizi'.

“E chi po' sapiri... pirchì unu tanti voti arrobba, pirchì unu tanti voti ammazza... Cumpatisciu puru li delitti”, recita un brano di Luigi Pirandello che è stato scelto per accompagnare i tre volumi, caratterizzati da una grafica elegante, che propone un autoritratto di Egon Schiele su uno sfondo di colori (e di titoli, naturalmente) sempre diversi.

Nel primo volume Donato Tanzarella era alla prese con gli oscuri traffici di medici e mercanti slavi. Nel secondo, 'Un mare di follia', l'emergenza ambientale, con quelle trivelle che sembrano dinosauri pronti a immergersi nelle acque e ad aggredire tutto, si prestava a un'esplorazione delle personalità volubili dei protagonisti, buoni e cattivi, della vicenda. In 'Un'infezione latente' la trama tocca le corde malate del razzismo. Bisogna cogliere quella bella capacità che ha l'autore di sedimentare il racconto nel racconto, mentre continua il suo affinamento nel noir. Proponiamo a riguardo questo brano di 'Un mare di follia': “Dopo cena, salutai i miei e mi sorpresi ad accarezzare il volto di mio padre, una cosa che non avevo mai fatto con lui, perché le tenerezze le avevo riservate a mia madre, che si era sempre stupita, lei di famiglia contadina, dei baci che quel figlio poliziotto cercava di darle e a cui si sottraeva con dolce movimento di quelle braccia che mi avevano cullato. Mio padre mi rivolse uno sguardo intenso che non dimenticherò più: non era sorpresa, era qualcosa di più fondo e terribile, uno sgomento che conteneva una domanda che non ebbe il coraggio di rivolgermi”. 

Michele Brancale

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