Uffizi, rivoluzione Michelangelo & Raffaello

Nuova sala per i capolavori dei due artisti e percorsi diversificati per ridurre le file

Il direttore Eike Schmidt nella sala dedicata a Caravaggio, inaugurata di recente

Il direttore Eike Schmidt nella sala dedicata a Caravaggio, inaugurata di recente

Firenze, 7 maggio 2018 - Michelangelo e Raffaello insieme, con un nuovo palcoscenico tutto per loro. Gli Uffizi presentano al mondo un nuovo allestimento che mette al centro due capolavori che da soli basterebbero a fare grande qualsiasi museo: il Tondo Doni e la Madonna del Cardellino, che dal 4 giugno si potranno ammirare nella rinnovata sala 41.

A seguire è prevista, a distanza di un mese, la presentazione della sala 35, che verrà riservata invece alle tre opere di Leonardo da Vinci: l’Annunciazione, l’Adorazione dei Magi e il Battesimo di Cristo, in gran parte del Verrocchio ma con la mano del Leonardo giovanissimo.

Saranno sistemazioni moderne e spettacolari, ripensate con un nuovo impianto di illuminazione e con effetti scenici suggestivi, grazie anche alla ridipintura delle pareti con tecniche e colori antichi, per rendere gli Uffizi un museo work in progress, sempre diverso, da scoprire e riscoprire.

I riallestimenti hanno infatti un duplice scopo: uno storico-artistico, l’altro più pratico e riguarda la possibilità di dividere i flussi turistici, in modo da accorciare le file e diversificare la visita della galleria. L’obiettivo è evitare che il pubblico continui a seguire un solo itinerario, offrendo la possibilità di raggiungere certi settori lungo percorsi alternativi, a seconda degli interessi e delle preferenze.

«La nuova sala 41 è pensata come una sorta di celebrazione della Firenze dei primi anni del Cinquecento – spiega il direttore degli Uffizi Eike Schmidt – quando la città era il centro della cultura, dell’arte e dello scambio culturale fra geni. Il nuovo allestimento riunisce due capolavori come il Tondo Doni di Michelangelo e la Madonna del Cardellino di Raffaello, che sono stati dipinti più o meno nello stesso periodo. In quegli anni, 1504-1506, i due artisti erano davvero tutti e due a Firenze, con la possibilità di vedere uno le opere dell’altro. E questa sala è un modo per mettere in dialogo il grande Michelangelo e il grande Raffaello. Un dialogo che è esistito davvero in quel momento, magico per la città e fondamentale per la storia dell’arte. Rapporto che secondo me non era abbastanza evidenziato».

Ecco allora che nella notte di domenica 3 giugno avverrà il trasloco di alcuni dei più illustri inquilini degli Uffizi, con cambio di piani e di stanze, per ridisegnare un diverso racconto dell’arte del Rinascimento.

«Ho ritenuto di fare questi cambiamenti – prosegue Schmidt – perché chi viene agli Uffizi per la prima volta rischia di non vedere La Madonna del Cardellino, che è uno dei quadri più importanti ma che secondo me non è sufficientemente valorizzato nella posizione attuale. Affiancandolo al dipinto di Michelangelo intendo ricreare non solo un confronto, ma l’atmosfera di un’epoca e raccontare la vera storia di questi dipinti».

Inoltre, secondo il direttore, lo spostamento di questi capolavori migliorerà lo scorrimento delle file, diluendo i visitatori da un capo all’altro della galleria.

«Come è già avvenuto per le sale di Botticelli e di Caravaggio – afferma –, anche i nuovi allestimenti consentiranno di stare davanti alle opere tutto il tempo che si vuole, senza intralciare gli altri visitatori e senza che gli altri ci diano fastidio. Infatti, chi vuole può recarsi subito attraverso il primo e secondo corridoio alle sale di Michelangelo e Raffaello e passare tutta la giornata a guardare questi capolavori».

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