Beato Angelico, nuovo stupore nel museo di San Marco

Presentato il riallestimento, finanziato dai Friends of Florenze, della sala dedicata al pittore e frate domenicano, dove è conservata la raccolta più importante al mondo delle opere del grande artista del Primo Rinascimento fiorentino

La nuova sala dedicata al Beato Angelico (New Press Photo)

La nuova sala dedicata al Beato Angelico (New Press Photo)

Firenze, 17 dicembre 2020 - L’ultimo pittore mistico, il primo erede di Masaccio. Un artista capace di “figure tanto belle che paiono veramente di paradiso” (G.Vasari). Sono numerose le definizioni del Beato Angelico, con la sua preziosità gotica che già comprende le novità del Rinascimento. Certamente la sua pittura è anche preghiera. E non c’è dubbio che il Museo di San Marco, dove fu frate domenicano, conservi non solo gli affreschi nelle celle del convento, ma esponga anche la raccolta più importante al mondo delle sue tavole. 

Per valorizzare questo immenso patrimonio del frate, pittore e miniatore, è stato riallestita la sala detta “Ospizio dei Pellegrini” e ribattezzata adesso Sala del Beato Angelico. Inaugurato oggi, l’allestimento chiude idealmente le celebrazioni per i 150 anni del Museo fondato nel 1869, dopo la presentazione nello scorso anno dei restauri dei capolavori del Giudizio Universale e della Pala di San Marco. 

L’intervento, finanziato dai Friends of Florence, cambia radicalmente l’esposizione del 1980, pensata dall’allora direttore Giorgio Bonsanti, e introduce una successione cronologica. Ma soprattutto modifica l’illuminazione, tecnologicamente aggiornata, che restituisce appieno la qualità sublime dei colori dei dipinti dell’Angelico, col suo disegno al contempo netto e raffinato, e una stesura pittorica che tocca vertici insuperati di delicatezza e trasparenze pittoriche.

Sono ben sedici le tavole esposte, dalle più monumentali, come la Deposizione di Cristo per la cappella Strozzi in Santa Trinita a Firenze, la pala di Annalena e la grandiosa Pala di San Marco, con le parti superstiti sfuggite alla dispersione, e il Tabernacolo dei Linaioli, ai dipinti di dimensioni minori, come le tavole dell’Armadio degli Argenti, le raffinatissime predelle e i reliquari, fino al Compianto sul Cristo morto, oggetto di un intervento di riordino estetico della parte inferiore. Nella sala mancano ancora la Pala di Bosco ai Frati, in restauro sempre grazie al sostegno di Friends of Florence, ed il Polittico francescano, anch’esso in restauro all’Opificio delle Pietre Dure.

“San Marco è il cuore pulsante del primo Rinascimento fiorentino, non solo dal punto di vista artistico ma anche storico e religioso - ha detto Stefano Casciu, direttore regionale musei della Toscana -. Grazie alla disponibilità dei Friends of Florence e di tutti i donatori dagli Stati Uniti, è stato possibile rinnovare radicalmente l’esposizione delle opere su tavola del Beato Angelico, lavoro iniziato con Marilena Tamassia e concluso con la direzione di Angelo Tartuferi. In questa sala è ora riunita la raccolta più importante al mondo di opere mobili dell’artista, nel contesto dell’antico convento domenicano legato strettamente ai Medici, che ne furono i mecenati assoluti”.

“Il museo di San Marco è sempre stato un luogo molto speciale per Friends of Florence, un’oasi di pace di serenità nel centro della città. - sottolinea Simonetta Brandolini d’Adda Presidente di Friends of Florence - In passato abbiamo realizzato diversi progetti di restauro dentro il museo. Adesso tutti potranno vedere le opere della Sala del Beato Angelico con un nuovo allestimento che esalta la maestria dell’artista in modo straordinario. Desidero soprattutto ringraziare i nostri donatori, sempre innamorati di Firenze, generosi e impegnati. Senza di loro non potremmo realizzare i nostri progetti”.

“Il nuovo allestimento - afferma il direttore Tartuferi - riporta alla ribalta internazionale l’incomparabile nucleo di dipinti angelichiani, finalmente con un’illuminazione adeguata, che sono convinto susciterà la meraviglia anche da parte degli studiosi. La visita è arricchita nei contenuti da didascalie e pannelli in italiano e in inglese, che presentano anche le ricostruzioni dei complessi pittorici originari, illustrando le loro parti oggi conservate in altri musei in Italia e all’estero. Questi apparati offrono quindi al visitatore più attento anche la misura della notevole dispersione che purtroppo ha interessato la vasta produzione del grande maestro”.

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