Vittorio Cecchi Gori ricorda Mario: "Per me è ancora vivo, tanti auguri... babbo"

L’imprenditore racconta il padre che gli ha trasmesso le sue passioni: "Ancora oggi sono un tifoso della Fiorentina, proprio come lo era lui. Aveva il cuore buono e a volte lo ripenso come un fratello maggiore"

Mario e Vittorio Cecchi Gori in tribuna allo stadio Franchi

Mario e Vittorio Cecchi Gori in tribuna allo stadio Franchi

Firenze, 19 marzo 2023 – Al telefono la voce è solida come ai vecchi tempi, il sottofondo della televisione sfuma e Vittorio Cecchi Gori si fionda sull’argomento preferito, la Fiorentina, perché mai altrimenti il cronista lo cercherebbe?

E invece no, Vittorio, è la festa del babbo e sarebbe così bello un ricordo di Mario, il fiorentino che ha colonizzato il cinema del mondo dopo aver sposato Valeria, conosciuta allo stadio. Due adolescenti. Certe vite fanno un giro e poi si ritrovano, quelle di Mario e Valeria hanno cominciato la strada insieme. Da solida, la voce di Vittorio diventa lieve: "Eh Mario, che grande persona era il mio babbo. E che coppia fantastica faceva con mia mamma".

Ci vuole raccontare suo padre?

"Era una persona meravigliosa, per me è stato un babbo ma anche un fratello. Sono nato quando lui aveva poco più di venti anni, in un certo senso siamo cresciuti insieme. Non so come spiegarlo, ma i due ruoli si sono mischiati".

Qual è il primo ricordo che ha di lui?

"La sua passione per la Fiorentina. Me l’ha trasmessa subito, ancora oggi sono un tifoso vero. Nonostante quello che è successo, aggiungo…".

Se dovesse pensare a un’immagine, cosa le viene in mente?

"Una vecchia foto scattata allo stadio Padovani, era insieme a un suo amico. Due ragazzini. Sorridevano entrambi, ancora oggi quando la guardo mi si riempie il cuore".

E’ stato un padre severo?

"E’ stato un babbo generoso e attento. Una persona con il cuore buono, ma pretendeva educazione e rispetto. Ci teneva a me, anche se in pubblico cercava di non lodarmi troppo. Mi viene in mente un episodio privato…".

Ce lo racconti.

"Niente di che, però forse serve per far capire. Una volta un amico gli disse che il mio desiderio era di compiacerlo, fargli vedere che valevo, ma non ricevevo mai complimenti in pubblico. Il babbo gli rispose: eh, se gli dico che è bravo, chi lo tiene più quello".

Le manca tanto suo padre?

"Non può capire quanto. Ma per me è ancora vivo, lo sento accanto a me. Vivo nella casa che hanno comprato i miei genitori, tutto parla di loro, anche ora mentre sto parlando al telefono me li sento accanto".

Cosa?

"Il trionfo della famiglia. Ci volevamo bene e ci univa una complicità speciale. A pensarci bene è così strano: ora che sono un babbo anziano, sento la mancanza del mio".

Cosa vorrebbe dirgli, se potesse?

"Mah, così di getto non mi viene. Per fortuna non ha visto com’è finita la storia della Fiorentina e mi dispiace tanto una cosa…".

Quale?

"Vedo che nessuno a Firenze si è preso la briga di capire davvero come fu fatta sparire la società in pochi giorni e per una cifra infinitamente più piccola rispetto ai debiti attuali. Pensate che io per essere corretto avevo dato perfino l’ordine di non fare le plusvalenze. La mia causa alla Federazione ora è al Consiglio di Stato. Sono passati più di 20 anni...". Vittorio fa una lunga pausa mentre la tv borbotta piano. "Davvero voglio ancora tanto bene a mio babbo. Buon 19 marzo, padre e fratello mio".

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