Vittorio Cecchi Gori ai domiciliari, "Carcere non idoneo anche alla luce del coronavirus"

La decisione del tribunale di sorveglianza

Vittorio Cecchi Gori (Fotocronache Germogli)

Vittorio Cecchi Gori (Fotocronache Germogli)

Roma, 7 marzo 2020 - Il giudice relatore del tribunale di Sorveglianza di Roma, accogliendo una istanza della difesa, ha dato parere favore a che il produttore cinematografico Vittorio Cecchi Gori sconti agli arresti domiciliari il cumulo pena per il crac Safin e quello relativo alla Fiorentina Calcio di cui era proprietario.

La decisione del giudice dovrà essere ratificata dal tribunale di Sorveglianza. Cecchi Gori, che è stato raggiunto nei giorni scorsi da un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Corte d'Appello di Roma per un cumulo di pene di 8 anni, 5 mesi e 26 giorni, si trova attualmente piantonato al policlinico Gemelli per problemi di salute. Una volta dimesso potrà fare ritorno a casa con possibilità di sottoporsi a controlli e terapie in ospedale come chiesto dalla difesa.

Nel provvedimento con cui il magistrato di sorveglianza ha disposto la detenzione domiciliare si tiene conto anche dell'emergenza legata al Coronavirus. Per il giudice Angela Salvio il produttore cinematografico, come si legge nel provvedimento, per "l'avanzata età e per le patologie importanti da cui è affetto, rientra nella categoria di persone più esposte, per le quali le recentissime disposizioni impartite degli organi governativi hanno esplicitamente consigliato la permanenza in ambito domiciliare".

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