Violenza sulle donne, la Crusca boccia 'revenge porn'. "Si usi pornovendetta"

La secolare istituzione fiorentina incaricata di custodire la purezza della lingua italiana, invita a evitare l'uso di "forestierismi opachi"

L'Accademia della Crusca

L'Accademia della Crusca

Firenze, 4 aprile 2019 - Diffondere immagini sessualmente esplicite è una "pornovendetta". L'Accademia della Crusca, la secolare istituzione fiorentina incaricata di custodire la purezza della lingua italiana, boccia l'uso del termine inglese "revenge porn", invitando ad evitare l'uso di "forestierismi opachi". I linguisti dell'Accademia, presieduta dal professore Claudio Marazzini, hanno esaminato dal punto di vista lessicale il disegno di legge approvato dalla Camera all'unanimità che introduce il reato di "diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti" e al termine dello studio si sono complimentati - riferisce una nota - "con il legislatore che, nella stesura della norma, ha utilizzato parole italiane, organizzate in un testo chiaro e trasparente".

"Non possiamo allo stesso modo complimentarci con una parte dei commentatori - sottolineano gli accademici della Crusca nel parere diffuso - i quali perseverano, presentando i contenuti della nuova legge, nell'usare forestierismi opachi, senz'altro meno chiari della normativa ufficiale: anche nella discussione parlamentare in aula molti degli oratori e delle oratrici, per illustrare l'opportunità della norma, hanno fatto sfoggio dei termini 'sexting', 'revenge porn', 'slut shaming'. Per fortuna, la stesura materiale dell'emendamento non si avvale di questi forestierismi.

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