Unifi sul conflitto: "Avanti ricerca e stop alle armi"

L'Università di Firenze conferma il sostegno alle collaborazioni con le università israeliane, in nome del dialogo e della pace. Il senato ribadisce l'impegno per la cessazione dei conflitti e annuncia azioni concrete, come l'accoglienza di professori e studenti palestinesi e israeliani e la creazione di una 'stanza del silenzio'.

Se altri atenei italiani hanno deciso di interrompere o congelare le collaborazioni con le università israeliane, Firenze va in senso contrario, in nome dell’innata vocazione al dialogo ed alla pace che contraddistingue la nostra città. Ecco che in un documento-lettera aperta presentato dai rappresentanti dei direttori di dipartimento e approvato dal senato, l’ateneo fiorentino ribadisce il proprio orientamento sul conflitto israelo-palestinese. Partendo dalla necessità di un "silenzio immediato delle armi", il messaggio è che le università "debbano continuare ad essere i luoghi dove si adotta e si interpreta la libertà della ricerca". Limitare dunque i rapporti, "recidere i collegamenti, eliminare le collaborazioni che supportano la ricerca scientifica significherebbe indebolire i legami tramite i quali è possibile sostenere proprio la forza della critica", si legge nel testo divulgato in una nota. Il senato indirizza dunque il proprio impegno "verso scelte di cessazione del conflitto, e di ogni altro conflitto", attraverso la "partecipazione alla rete internazionale delle Università per la Pace, che sostiene studiosi e studenti internazionali a rischio per l’espressione delle proprie idee". Non mancano poi alcune azioni concrete, ben sottolineate nell’ultima parte del documento. Tra queste, la conferma dell’apertura dell’Ateneo ad accogliere ‘visiting professor’ - professori o accademici ospiti che vengono invitati a tenere lezioni, seminari o conferenze per un periodo limitato di tempo, - e studenti provenienti da realtà accademiche palestinesi e israeliane. Ancora, il progetto di dar vita al polo di Novoli ad una ‘stanza del silenzio’, come spazio di meditazione e preghiera aperto ad ogni fede e spiritualità. Unifi annuncia infine di voler promuovere l’organizzazione di eventi pubblici nei quali far conoscere i principali attori e progetti umanitari presenti a Gaza e nelle zone di guerra. Recentemente oltre 200 prof e dipendenti UniFi avevano chiesto al nostro ateneo lo stop del bando tra Italia e Israele.

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